218 DE FATTI VENETI Papa, ma non già con ieguire il defiderato effetto, continuando più che mai la cagion dell’odio perla temuta grandezza deila Maeità Sua. Giulio anche glie lo comprouò, dopo ritiratoiì il Triultio con l’eièrcito à Milano. Nuouamente fi reftituì ai pri-gon°H1' mierifuoi rigori. Aiterò le conditioni, ch’egli fteffo haueapro-lZrJ/7, pofte poco dianzi. Mife in campo altre pretenfioni contra il Du-t rancu. ca Alfonfo, e fconuolfe > e precipitò ogni coia alla guerra . Ora vedutoti il Rè di Francia, dopo tanti, e tanti ftrapazzi da Papa Giulio fofferiti, in fi fatta fprezzante maniera fchernito ancora, deliberò in alta forma di vendicarfene, e fcelfe di farlo nella più Da lui cor fenfitiua,e dilicata parte. Siaccinfe ad impedirgli per ogni via r‘fpo>.i. ]a ricuperaCione di Bologna; feceui introdurre molta gente; fi dichiarò protettore d’efla, e de’Bentiuogliiniieme} e temendo, che la Beatitudine Sua poteife indur Ceiare à pacifìcarfi conia L Republica, forpafsò qualunque pontiglio, & ordinò alla Palil-fa, Capitano fuo, che da Milano, dou’era, fi conduceffe à Vero-vToitZrnacon tutto quel numero difoldati, chehauea già neglivltimi cefart- concerti promeilo. Per quefta vicinanza darmi ,eper la venuta, che diuulgoffi di La Repu- Cefarein ifpruch, crefcendo i bifogni alla Republica, andò ella bica s’ar- crefcendo etiandio le forze. Diitribuì moke patenti, per affol-conduce dar dell’il tre militie. Fermò àfuoi iti pendi; Mariano da Prato, 7avr‘to fratello del già Fra Leonardo vccifo ; earriuato à Venetia il Ve-aju jttpe~ fcouo Sedunenfe, ch’era ftato fregiato dianzi della Sacra Porpo-n'esborf* ra, gli esborsò dell’altro contante per la condotta degli Suizze-iutzyn-: ri>oia con eifidal Pontefice accordato. Non s era più parlato di Lucio Maluezzo General dell’armi da quando, ch’egli, ò per non buona opinione, ò per poco cuore, mancò fotto Verona più d’vna volta allofficio fuo . Li due Proueditori,Gritti, eCap-pellonei due corpi dell’efercito, da loro feparatamente diretti, haueuano valorofamente fupplito alle preaccennate occorrenze , e perciò sera prolungato il deliberar di lui. Capitato à Venetia il terzo Proueditore, Sigifmondo di Ca-ualli, rappreientollo, trà l’altre cofe, timido, irrefoluto, negligente, e tardo, tanto nel rifoluerfi, quanto nel muoueriì, e nelì’efeguire . Lo dille incapace della buona direttione di vn tanto efercito, e che facea di meftieri lo eleggere vn’altro fog-getto,iI quale con altrettanto coraggio, ed efperienza, fu pplire potette al graue incarico, & à quelle moleite emergenze. Non fù nuoua al Senato, per le notitie precedenti riceuute, benche non LuciUm Più con tanta diitintione ,1’infufficienza di Lucio, per Io chede-uezZ0 ¿“1 cretò di licentiarlo, e di eleggere in fua vece vn’altro Generale. Genera a- yarjauano nej]a fce]ta ]e opinioni de’Senatori. Chi penfaua à Renzo