LIBRO NONO. • 3 L’Affetto , l’oJJeruanz>a antica della República ver Jo la Corona e loro of-Chrifltanifsima di Francia ; le memorabili & vnite Imprefe i le ri-aL notiate fi allora con la gloria di hauer'ancora 'unitamente^ vinta la Più fuperba, e la più feroce natione. Se ne rallegrarono con giubilo al trionfo eguale }e le attefìarono a nome del Senato indiffolubile C affetto^ la fmcerità fra i vincoli dell*Alleanza. Supplito à queiìi officiofi termini in aperta fila, pregarono poi in altro appartato , efegreto Luogo laMaeftàSua, acciò che li compiacele di aflìftere alla República per lo racquiltodelfuo perduto dominio ; e per finir di opprimere vn giorno in Italia gl’ imperuerfati comuni nemici . Allargolfi il Rè nelle fuerifpofte Bln comV con pieni ringratiamenti, ed atteftati di affetto, di ftima, e di de- fpofio. bito. Confeffò di riconofcere ogni riportato bene dall’armi con-corfeui della República,e riitrignendofi poi agli eftettiui già obli-gati aiuti, promife, che f ubito raffettate conuenientemente le cole fue , haurebbe|fpedito al Campo Veneto , fettecento Lancie ,e fettemilla Fanti Tedefchi , per accrefcerli di tempo in tempo co’bifogni , echeTheodoro Triultio li haurebbe comandati. Sodisfattoli di tal modo dagli Ambafciatori all'incarico , parue nel punto, eh erano per prendere congedo, di neceffità al Senato di fermarueli . Commifè loro di douer’in Milano ed in ogni altro Luogo, andar fempre feguitando la Maeftà Sua , fino che ^ fiB|. M fi tratteneua in Italia , per continuo teftimonio di offeruan- Senato agli za,e di rifpetto. Mà i foccorfi prometti celeri,tardaronoàfegno, tori,che vi che non più potè il veloce fpirito dell’AIuiano patientar,airal-^t’m'"0, trui pigritie . Si lanciò in Campagna col fuo folo efercito , e mirando fempreà importanti Imprefe, paifò l’Adige,& andò rifo- uMuh-Iuto ad accamparfi fotto le mura di Brefcia . Sarebbe flato il fuo. defiderio,dicombattereFefercitodel Vice Rè, innantidiattac-^M'* caria ; ma nè coftui preilogliene il modo, già molto prima incamminatoli verfo Napoli, nè meno il Senato glie Io permife; ordinandogli, che in vece d’infanguinarfì in pericolofa battaglia, attendere iìcuramente à ricuperare le Città.Nacque più tolto qualche dubbio trà Capitani, fe di attaccar Brefcia prima, ò pur Verona .Softentaua,chi voleua principiar da quefta, ch’ella efsendo la baie principale de* nemici, haurebbe il fuo abbattimento tirate dietro le ruine di tutte l’altre. Ch’era fiata ièmpre il più duro ico- rom. * glioà impedir la pace, e chele bene, perla conftruttura,e perle militie Tedeiche, e della Chiefà, che con Marc’Antonio Colonna vieran dentro,fi trouaua più dell’altra prefìdiata,eforte, nondimeno il commodo, che preftaua l’Adige, per foccorrere facilmente il Campo, inuitaua ad attaccarla molto più di quella,altre-tanto lontana, e tagliata fuori. Venne, ciò non oftante, Brefcia Z z x pre-