LIBRO Q^V ARTO, 141 precipìtofi mine, che decantauanfi, [accedute non mai prima, bifognar e, che fi f offe il Pòpiù abbacato da ciò, ch'era allora j innalza-défilé (ue fponde fino alle Stelle \ l'Armata della Republica non più quella, e mutato fi il tutto da fondamenti. Douerfi ben' all'incontro fper are di riportar fi dalla conformità delle cofe le mede [ime feli-citàjriportate ancora; maggior i> anzi quanto era maggiore la Giù-¡liti a public a 3 e la peruerfità de' nemici. Non poter muouerfi i Pren-cipicosì facilmente in difefa del Duca di Ferrar a per i tramagli à lui portati in Pò dalla Republica, poiché vi farebbero accorfi già fopra quelli del Polefine; nulla efsendo differente, che venga combat-tutovn Dominio più con gli efircitl per le Campagne, che cotti’ Armate marittime, [orrendo vn fiume > Impaurire > e porre al doue-rei nemici più delle deboli, le coraggio fi rifilutioni ; ondepiùche difi correuafidi vn alta importanza lapropofitione, meno douerfi temere3 che fofsero gli altri Principi, per toglierla fopra loro [lefisi. Lo fpafimo infomma de: figurati fantafmi non douer far defifiere diper~ turbar’vn nemico, che hauea voluto, e ch'era per contendere irrc-mifstbilmente la Patria fin'entro al fuo proprio fino. Difputatafi intalguiià la materia, preualièro alla fine in Senato quelli fecondi fentimenti, e reltò deliberato, che doueiTe in ogni modo l’Armata marittima penetrar’in Pò. Tratteneaiì il Triuiiàno per anco à Chioggiacon fedeci Galee , e ne hauea mandate tré altre sù le coftiere delTIltria. Gli ne furono immantenente portate le commiffioni. Nell’ ifteiìb tempo gli s’inuiarono cinquecento Fanti pagati, con altra gente, che Finalmen-quì fu fcelta dalla Città, e che s imbarcò fopra molti legni, e fu- ZÌuTd Ite di poca pefca, già per tal’effetto approntateli. Altri fudditi volontari; vi fi trasferirono infieme, chi allettato dalla vicinan- tan afm' za, chi dal defiderio di prede,echiattratoui dadiuoto naturai Iflinto. SifcriiTe à Rettori di Padoua, che vi mandaiiero anch’-eifi delTaltre militie, e precifamente replicoifi al Generale, che fenza fraporui minimo indugio, incamminare fi doueiTe in Pò per la foce delle Fornaci; profeguire auanti contutta l’Armata nel Fiume, e di luogo in luogo andaffe infeitando, e depredando» tutto ilFerrareiè, Ma più fe niuna cofa confèrifTe fpecialmente in guerra, di vna celere obbedienza verfo i commandamenti del Prencipe cagionò all’oppofito in quella occafione graui inconuenienti perla troppo frettololà, preflatadal Triuifano, iubito riceuuta cbecehre-la volontà del Senato . Ogni lieue iòfpenfione, ch’egli ora-?1^ 0*• ticata hauelTe, ò nelFalIeltireTArmata,òneImuouerla, ònelT e ‘ce' introdurla in Pò, haurebbe , in vece di danneggiare col ritardo , altamente conferita, per ifcanfare quella crii!, che fo-^^ ura-