libro SECONDO. 61 prima,ch’eifi viarriuaiTero vicini. Giuntiui poi, e poilifi al van- po occupa. taggio d’vn fito vn poco eleuato, il accamparono tanto proifi- sfifermami a’ nemici, che non più della metà d’vn miglio vi fi fraponea di no poco lo-mezzo. Si fermarono due giorni in tale vicinanza ambidue gli eferciti, nè il Rè, benche bramofiifimo della battaglia, hebbe cuore di attaccarla, nè di fodisfarfene. Il terzo giorno, che fù , àfeidi Maggio, firifolfe la Maeilà Sua di leuarfi, ed’incammi- uLnl% narfi verfo la Terra di Fandino, per prenderla, e per riportarne due difegnati benefici;; l’vno, d'impedire, col poifeifo di quel Co mandi. Pollo, che nè da Crema, nè da Cremona capitanerò prouifioni,no ’ e vittuaglie à Veneti; l'altro, di eccitare in Cremona, con la vicinanza della Maeilà Sua, qualche tumulto in fauore. Ma non v era pericolo, che nè l’vno, nè l’altro intento poteife col defiderio riufcirle . Già nell’efercito noílro abbondauano x viueri in quantità, e già in Cremona era ne* Popoli immutabile la fede verfo la República, e trouauafi la Città perfettamente munita, e guardata. Bene all’incontro poteal’efercitoReale, cosìàPandino, come in ogni altro fito di quà dalI’Adda, pre/lo cadere in eilrema neceifità d’ogni cofa. Conueniua nodrirfi di giorno in giorno con quei foli cibi, che gli veniuano portati di là dal fiume. La noilra Caualleria leggiera, e Stradiotta, battendoinceifante-menteleilrade, gli li andaua di continuo fermando, e toglien- Er,moan do, onde più, che l’efercito era vailo, più richiedendo viueri in pStind& copia, vedeuafi coilretto à douer’ in pochi giorni ripaifare il fiu-ymeri' me, e penuriofamente, e vergognofamente andarcene . Ma I’-Aluiano, con la fua naturale ferocia,parue quali, che fi fdegnaf-fe, e che ftimaife gran viltà vn vincere ficuro, e lenza fangue, come, non albergasse la vittoria, che trà ipericoli,le ilraggi, e iCadaueri. Quando vide à muouerfi verfo Pandino I’eiercito inimico,non più fi potè in fe ileiTo contenere. Gridò altamente verfo il Contedi Pitigliano. E à che più qui fi trattiene, e fi bada pigri, e neghitofi? Fugge emìone il nemico il cimento,™ via, può creder fi, ch'egli lo fuga , perche fi-mi, cimentandofi, dipreualere. Oche preuede->ò che troppo teme di mtar'U perdere. Lo muoui qualfiuoglia di que [li affetti, ciò chea lui prote- nemco' fi* ruine ¡à noipromette fìcureglorie. Se tralasciamo di feguitar-lòy none più fuga la fua. Se lo lafciamo non impedito à trionfare {opra, i Luoghi della República, vince>non fugge ; noflro fi fa il [uo timore , entufo ejercito, che gli refifìe corav