LIBRO DEC IMO SESTO.' 67ì due foli Arlìli per femplice guardia delle proprie fpiaggie é chiaro fi efpreife, che l’efperienze delle Campagne precedenti, e le forme praticateli dal Doria, non laiciauano iperanza , nè oc-cafone, per fare di vantaggio. Conchiufafila triegua, e neceifariamente conchiufafi, pare-uà , che non più doueife rimanere dubbio contra quelli Stati > nè di hoililità , nè di guerra . Tuttauolta, non hauendo limite il fuoco, e meno, quando illimitata barbarie Io può accendere» fò poito in coniulta trà quelli Padri , come doueife reggerfi in quel tempo la loro Armata. Trouauafi allora à Corfù,diretta dal Pro- li editore Contarini, eifendofiilimato bene di fofpend^refandata del General Mocenigo , per non dar’a’ Turchi con la fua confpi-cuacomparfa maggior foipetto. Confideranno, che,facendola fcorrere i mari, foife difficile, che due potenti Armate, fe bene'in triegua, nemiche ancora,incontrandoli, non fi trafportallero à qualche vrto infieme, faciliflimo in mare, à fuccedere. Finalmente , dopo molte difpute, fi riitrinfe il Senato à deliberare, che tro-uandofi in numero allora la fua di feifantacinque Galee, doueilè ^ecyetJ • i a. m • r j* • • • ir j. i> rr Senatoycbc il Contarmi ipedirne venticinque in Golfo, per guardia d elio, e fi tratten- della Dalmatia, ed ei rellaife col rimanente à Corfù. mJafcÓn Barbaroifa in quello mentre, benche già vfcito da’ Dardanelli, Iiauea procurata anch’egli con lontani configli la conchiufione dell’iileifa triegua. Entratagli nell’Armata la peftilenza, era flato coilretto di fermar fi qualche tempo à Negroponte, per efpur-garla; e dopo efpurgatala, e rimeffa in iilato, fpiccoffi di là,e conir parue con nouanta Galee , e tré Maone verfol’lfola del Zante. Quiui, & in ogn’altro Luogo della Republica, non moilròfegno imaginabile di hoililità . Incontrato vnVafcello, che veleggia-Zmt' ua per Napoli di Romania carico di viueri, e con Lorenzo Sanu-to , che andaua à dar’il cambio à Vittore Garzoni, perhauere già finito il tempo , prefcritto alla fua Carica, lafciollo fcorrere amicheuolmente, ed efprimeuafi chiaro di voler’ofseruare pon-tualmente la conchiufa triegua in obbedienza degli ordini del tia.a fuo Signore jnè pretender’altro,che ricuperare Gaitei Nuouo dal- fhlamtni Tarmi Spagnuole, che lo poifedeano. \lTZm'' Se può l’Arte conuertir il veleno in balfamo, meglio può il Cie- lo produrre da vna fomma ingiuflitia vn fommo bene. Era fiata immenfa la inferita alla Republica dal Doria, quando impoffef-foffi con le rapprefentate violenze di quella Fortezza , benche à lei fpettante; eccola adeifo à trarne vn fucco falutifero, che la fol-leua dagli Ottomani trauagli, e condanna al carico delTarmi, e della guerra li medefimi Spagnuoli. Ora folamente fe ne auuid-de Cefare. TemendoiI pericolo, che'glifopraftaua, ora folamente