LIBRO DECIMOTERZO. Vy
mente il Ducato. Cheprefla , e facile ne farebbe fiata l’Imprefa per E fue tale poche forze Imperiali , ch'erano allora in quella Città , col folo gioW• Capitano Antonio da Lena , in que' giorni entr atout, e fimi Ime nt e nell'altre . Che ottenuto fi Milano , e l Mi lanefe , fi come più facilmente fi abbatte gran Macchina , quando prima fe le tolgono d’ intorno i foftegni, £■<?// re flato il partito Cefàreo in Jtalia fenz^a l'appoggio di quel Ducato sfarebbe caduta da fe ftefsa l’empietà T e-defca in Roma, fuggiti que’ perfidi, e reflituitoit Pontefice aliali-
   Molte altre potenti ragioni in quello iiteiso fenfo pondera te, finalmente vinceronoetiandioLautrech; onde fi mofTero invìi tempo tutti à combattere Pauia. Non erano in effa, che ottocen* vanno roti to Fanti,col Capitano Lodouico di Belgioiofo, poiché infofpet-* toPauia-‘‘ titofi il Leua, che foffe afTalito Milano per primo, non hauea vo-luto diminuirgli i difenfori, in numero in tutto di cinquemila Fanti , e di cento cinquanta Caualli graffi. Si difefe Pauia con intrepidezza quattro giorni, e nel quinto non potendo più refìfte-re, fpedì Belgioiofo vn mefTo à Lautrech, per capitolarne la re- E fa ; ma intanto, che di ritorno flaualo attendendo, entrate le mi- dono-prtn' litie per le abbattute muraglie, mandaronocrudelmenteil tutto àferro, eàfuoco; s’incrudelirono principalmente i Francefi in vendetta dell’infelice cafo, ch’era giàquiui al fuo Signore fucce-duto, e Belgioiofo vi redo prigione.
  Auuenne in quel tempo vn'altra vittoria né menelladi poco momento. Fallato, come se già detto, agli flipendij di Francia Andrea Doria, fi trasferì con le fue Galee, e con altre Francefi à Saucna ,quiui attendendo le Venete, per ritornar'vnitamente à ooruisa-combatter Genoua. Vn’inopinato accidente affrettollo nondi-uona- * meno àmuouerfi prima del penfìero. Arriuaronoà Portofino fei Vafcelli,carichi di grani,indirizzati in foccorfo della minacciata Città »eperfcortarueli ficuri, vi fpinfero li Genouefi otto dellelor Galee. Dopoentrateui,venne al Doria volontà di a£ fediaruele dentro, e d’impadronirfenejondesbarcò interra delle militie, e fi pofe à fabbricami, ed à tirarui d’intorno molti impedimenti. Auuertitifi di ciò li Genouefi,mandarono in fretta Ago-ilino Spinola, feguitato da moka gente, della più fiorita, perche, inueftendo improuifamente i nemici, ò li opprimefse, òli togliei-leda* principiatilauorialmeno. Mirabilmentefortinne anco il difegno. Colti dallo Spinola i Soldati del Doria, ch’erano più ; intenti all’operare, che al combattere, taglionne vna buona par* Gran tate à pezzi ; l'altra conuenne fottrarfi, fuggendo, e reftouui Filip-fS p^ poDoriacattiuo. Arride la fortuna fino à quello fegno a’Geno-uefi; ma fpeffo auuiene alla cecità deH’humana cognitione di tro?
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