460 DE FATTI VENETI Lombardia, e Io Stato medefimo di Milano alParbkrio del Ré di Francia,fene perfuafe finalmente anch’egli ,e fi contentò di foc-correre per allora quel Regno di promette , e di configlio, man-dandouiilDucadi Traietto . Auanzaua follecitamente in tanto il fuo viaggio il Duca d’Albania , ed oramai, oltre pa (fato T A p-penino, erafi vicino à Luca accompagnato con Renzo da Ceri, e con tremila FantL>già feco imbarcati. Non più dunque rimanen-dofperanzaalPapa di perfiuadere in contrario da quella Imprefa il Rè diFrancia, rilollè di far giucarrinduflria, e l’ingegno, per iòfpendere tanto almeno in viaggio il Duca, che haueifero potuto i Napoletani in quel mentreconuenientementeprepararfi alla difefa. Procurò con artificio di trattenerlo vn poco in Siena, fot-itrmcto to prefetto di commettergli linftitutione di alcune regole mi-•vn poco gliori in quel Gouerno . Ciò anche per qualche giorno riufcito-u'!sil»r gIi,inoItroiTi il Duca poi nelle Terre degli Orfini, doue fermatoli, ÌfitTen, come in Piazza d’armi, attefeà raccogliere quelle militie , che fi degl, ùrjì aifoldauanoinRomaconla permiilìonedal Ponteficemedefimo, già conceduta. Ma pendeua in quello tempo molto più rouinofa-mente aItroue,cheinRegnodi Napoli, la gran mole della guerra con preparati horrendi fpettacoli. Non ceifauailRèFrancefco u'vawì* di anguftiarS e itrignere da tutte le parti Pauia, mancante oramai di munitioni ; in pouertà di contante , e iòggetta ad eiTere di punto in punto oppreiTa , e fualigiata dal proprio prefidio Alemanno , impatientedi più attendere i fuoi maturati, enonfo-disfattì auanzi. Non più dunque difcernendo il Vice Rè fperanza i itfctutfi di faluezza»fe non il tutto azzardando, deliberò preci pitofamen- fòccorreÌìate accorrerai. Parendo anco, che ne'gran fatti fia Miniilra del scorra a Defl.ino ]afortuna, ella^ gli comparue in quel puntoiilelfo,che andaua Vefercito àquelfanimofarifolutione dilponendo. Capi* touui dall’ Alemagna opportuno il Duca di Borbone con fei mila iu Fanti Tedefchi, e cinquecento Caualli Borgognoni; Militie, che, gnttt tem- aggiunte airaltre,non furon poche, e che fecero numerar’in raf fo boi bone fegna vn’efercito , di mille quattrocento Cauallitrà groflì, eleg-gieri, e ventimila Fanti, parte Spagnuoli, e parte Tedefchi. Tro-uatifi con quelle'forze , e maggiormente incoraggitifi infieme Borbone, e lui, fi trasferirono prima à Lodi, poi à Marignano, & indi palfato il fiume del Lambro, fi attutarono dirittamente verfo la combattuta Città . Computaua iIRèdiFranciaafcendenteil fuo à mille trecento Lancie, dieci mila Suizzeri ; quattromila Tedefchi; cinque mila Francefi, e lette mila Italiani; numero, che haurebbe ecceduto quello de nemici, iè fi folfe trouato eguale alle paghe, che gli fi esborfiuano ; mentre , ò per trifta frande, ò per trascurato auuedimento, mancaua di molto . Quando egli fentì ■ ; i ne-