438 DE’ FATTI VENETI già caduta al Papa ogni fperaza di vnirela Chriftianità contra il Turco; ed hauea già Henrico d’Inghilterra principiato à {correre la Piccardia. Spinta dunque da tante , e tante neceffità la República , fù propoli o al Senato di confederarli con Carlo Imperatore. Ma gran materia, che, per quanto chiaraiìa, merita d’ eifere in ogni modo efatamente difcorfa, Andrea Gritti, della grande qualitàconolciuta, fu detto, che oraife in vario fenfofo-ìlantiofimente così. Efier fempre gran not a il mancar di fede; più brutta ancor'in co-°Andrtadt I**1, che sà di mancarla ; brut ti fisima nella República, fempre, che Grne per [a rnancaffe ad vn Rè, col cui braccio aggiunto ; fi è dopo tanti mo-gtugntrfi lefli trauagli delfuo perduto dominio redintegrata. T"ralafciando-aCt'fart' fitaltreapprezzati fi ime Citta, baßar [olo àraccordarftdi hauere con l’aiuto di quell'armi rteuper at aVer ona, non mai potuta fuperar prima per via nè di fiorprefè,nè di affaliiynè di afsedij,e goduta li Capitani del Rè di Francia la forte, e’l merito di rajsignarla alla Patria con le proprie mani.Or a tronar fi la Mae fi à Sua maggiormente degna di compatimento più che tran agli ata dagli Ingle fi nel fuo proprio Regno, conutene à forz^a differir di fpigner e di qua da’ Monti gli e ferriti. Lanecefisità, e l’impotenza non dotier fi imputar a colpa . Chi violentemente è coflretto à tra furare gl’interefsi propri], non donerfi ac cu far e, fe gli altrui non aiuta.Se aficriuerfià pruoua di gran bon-> tà lo (occorrere nei gran bifogni coloro ancora, che non fi cono/co- no , quanto più li conosciuti, e cono/cinti al confronto de Ile più forti ef-penenze, inflefsibilmente fincen. Abbandonarli poi non folo, ma congiugner fi co’ loro nemici à loro gran danni, qual titolo poter fi à ciò dare, che vagli à b afianza. Effere i tempi infelici il vero cimento de’puri affetti. Nei felici,non darfioccafione di pruoue, e perciò ragione -nolmente attenderle il Rè di Francia dalla fua confederai a^Repu-blica , mentre è da tante parti granemente foprafatto. Combattei dolo colà i nemici, e togliendolo qui nell*Italia dalle comuni reciproche difefe, ecco la República con efso infierne egualmente combattuta j ecco, vnendofi con loro, a farfifirumentode fnoiproprij mali-, ed eccola à fauorire chi la offende,perche maggiormente la offendi ; non vief-fendo differenza da chi rapifse gli Stati à chi toglie il modo , per difenderli. Crederfi con vanità tanto deprefeo, e tanto defiituto il Rè France]co, che nonpofea ancorapreualere in Francia, ed anco in Italia, non meno [opra gli nemici, che lo contendino, che contra gli amici, che lo abbandonino. Figurar fi allora vna cieca furia nel-ja vendetta, e nell’ir a \ efe tra quellafdegnata cecitàgli riman efse alcun lume , per conofcere , e dißinguere il maggior’offenfore fuo, fi trouerebbepiù obligato adinuehire contra la República, che contra ümedefimo nemico, più mortalmente trafiggendo dell’armi di lui ,