LIBRO DECIMOQVARTO. & Renzo da Ceri, che doueife immantenente diiòccuppar’ , e cede- Ordini del reagii Spagnuoii tutte le Terre , che conferuauanfi ancora nella Puglia , e in Regno di Napoli, fotto i Tuoi Stendardi ; con che fi-nirono di fuanire anche l'vltime veiligie delle vittorie , e degli iHto.ap,t9 eferciti del Rèdi Francia in Italia ; trionfandone l’imperatore, e la Repuhlica Veneta in tal guifa,potè dìrfi, rimanendo fola alla fronte divn tanto Monarca. Frà vna fi fatta di/uguaglianza di co/è haurebbe volentieri ceduto anch’ella , ed vguagliatafi al grand efempiodi vn potenti!- £ fimo Rè, quando troppo acuto non haueiTein ie riientitolofcon-tento di fpontaneamente fottofcriuere alla ichiauitù d’Italia, dopo hauere tanto confumato di tefori, e fangue, per iòlleuarla dal giogo , cheteneala duramente oppreifa . Ma fi come con applicati contrari; rimedi; il fanano per antipariftafi molte volte i mali, così parue ora, che rifchiarar fi poteiTero nella Pro-uincia le ofcurità della guerra con altra non men’horrida, che altroue tenebrofamente inforfe. Hauea'Ferdinando , Arcidu- Solr}.m"9. ca d’Auftria, e già eletto Ré di Boemia, col braccio vnito dell””ng eu* Imperatore, fuofratello , violentemente{cacciato dalI’Vnghe-ria quel Rè Giouanni. Ricorfe queiti al formidabile aiuto di Solimano , Rè de5 Turchi, ed à forza di preghiere, e di tributarie eshi-bÌtioni,fpintofi il barbaro còvn’efercitotremédo nell’Vngheria, neceffitò Cefare moleftamente à penfarui. Qui in Italiia non obliga Ce. temea meno la Maeità Sua l*inimicitia> chehauea con laRepu-r^àp^»-blica. Molto itimauala per fe medefima . Francefco Sforza fe^rwI* l’era nuouamente vnito. Hauea fatto lo iìefTo il Duca di Ferrara; nè poteuano i Fiorentini, già aiTaliti, e combattuti nei proprij lo-ro Stati, fe non eiTere amici dei fuoi nemici. Ma né anche impau- plbud \n riuano Carlo il folo Turco in Vngheria, ed i foli Prencipi d’Ita-ridiw* Iia . Pauentaua ancora del Rè di Francia , non ottante la freica pace (eco ftabilita . Hauea l’efempio dell’altra, non antica, che 9 {Libito fatta, fubito il Rè mede fimo gPinfraniè, ancorché velo te-neffero li due figliuoli cattiui incatenato .Ora trouadofi con la già ftabilita ricupera fcioltoda quel duro impaccio , douea Celare documentato tanto più temerne . Attorniato egli dunque,anche nel colmo delle fue vittorie , da tanti graui penfieri, bramò dapaceco»*/, vero querta volta di riconciliarfi con la Republica. a *] Fù primo à darne alcun tocco Andrea Doria con la ipeditione, che tece qui à Venetia di Federigo Grimaldo. Hauendoui il Mar-chefe di Mantoua mandato poi Sigifmondo dalla Torre Jque- più Mini* ili più precifamente fi lafciò intendere, che non farebbe Carlo ita-iivt * to alieno d’inuiar‘in Mantoua foggetto, per introdurui maneggio. Talifpontanei inuiti di vn’Imperatore nonparuerofprezzabilial