LIBRO DECIMO OTTAVO. 7^ la , Segretarioconinfocateintinuationi, perche lafciaiTe di tra« uagliare la Chiefa,ed il fuo Paftore, predandoglieli vece, quel rif-petto, ch’era principalmente douuto al fuoSourano, ed à quel titolo Reale Cattolico , di cui il cerchiaua gloriofamente le tempie • Ma nulla giouarono nè le preghiere, nè la facondia delTIn-uiato. Negò apertamente il Duca, e foitenne, coilrette le moifè && /r«t-dell'armi fue da quelle del Pontefice , già vniteil con le Francefi ,t9 * per aifalire al fuo Signore i Regni. Riufciti inutili gli Officij, non deffiftè il Papa di altri fuoi preifo alla Republica, pure per pruo-uar di nuouo di condurla feco negl’impegni, quefta volta li più forti mezzi giucando. Mandolle il Cardinal Comen done. Fece emendi poco dopo feguitarlo dal Nipote. Capitò infieme à Venetia, per ^ Hipote compiaceri o, anco il Duca Hercole di Ferrara, ch’era fucceduto E l Ducakli al Padre Alfonfo defonto ; ma nè meno queftiriguardeuoli fog- i getti poterono ottenere , che il difeoftaife la Republica dalla fua profèifata lealtà. Guifftn Comparuein tanto il Duca di Guifa in Italia con l’atteio efer-luU* * cito di Francia, à cui, appena comparti), occorfe vn’inopinatoaccidente . Pafsando in vifta di Valenza , fu aifalito dall’artiglierie delle muraglie,che molta gente gli vcciderono . Per tale viàta hoftilità pretendendo,chehauefferogIiSpagnuoIi violata l’accor- JJjj* r* data triegua, fece far'alto all’eiercito, e tolto à fulminar Valenza à Cannonate, obligolla preito ad arrenderti, e faccheggiolla crudelmente, SiriuolfepoiverfoiI Francefe, per accompagnarti col Duca c. ^ Hercoìe, chehaueagiàilPapa ,e’I Rè di Francia deftinato Ge- ¡¡i™ neralifsimo di tutte Tarmi, e che già teneua raccolti feimila Fan-dl Fcrra1J; ti,efeicentoCaual!ifotto le fue Infegne,ed incontratolo oltre al Fiume Lenza, gH diede il Battone. Trattanto altroue il Duca d’Alua furioiamente procedendo, aifaltò, eprefepiù Terredel dominio della Chiefa, trà quali fegnalatamente Hoftia. Hauen- *rftm do fentito pofeia il Duca di Guifa in Italia, e nel Ferrarefe, te- * »off** » menne à fegno, che fi lafciò periuadere à iofpender Tarmi per quaranta giorni, ad oggetto di maneggiare la pace intanto. Ma nè menoqueftofrapofto interuallogiouò. Alua ti ritirò conTe-iercitoverfo Napoli, folo attendendo ad armarti ; e’1 Cardinale Caraffa pafsò in Lombardia, per abboccarti co’ predetti due Du- opinioni chi di Ferrara, e Guifa, e per configliare infieme della guerra. dtf-r^ti Trouatilià Reggio, e difeorfe Topinioni, non bene il conuenne- Ecckfapi-ro. Voleuano i Duchi per allontanar da Roma i pericoli, indi-tl * rizzarfi con tutte le lor’armi contro di Milano da quella parte; eche Monfignor di Briffach, ch’era nel Piemonte,calaiTe di colà anch’egli con Taltre, che feco teneua. Non piaciuto al Cardinale £ que-