LIBRO VNDECIMO. 437 gran Prencipi, Germano, elnglefe , di vnirficon loro, batterlo fem. pre coftantemente negato, nulla riflettendo, che, dopo le Juccedute fuenture allarmi delia Francia, foffe rimafia fola in Italia à difenderle che non folamente le negatiue, ma ogni differito momento, po~ tetta perpetuarla in ruine eflreme. Ora> per i trauagli Chrtfiiani *,vniuerfaliy e per le fcomuniche minacciate dalla Santità del Pontefice contro à quei Prencipi, che non acconfentiffero à pace, ò à triegua , era cofiretto ciafcheduno alla conchiufione dell'vna} ò dell' altra, non più rimanere bifogno alGouerno di publicar fi amico, ò nemico di nejfsun ne di bilanciate verfo, chi più,e meno pote uà inclinar con l'affetto. Douerfi dunque attendere l'efito di vn tanto bene, e au-uertire infierne, che trogpo ripugnarebbe ogni partiate dichiaratane alla confonanza de' Prencipi, pietofamente procurata dalla Beati-dine Sua, e che adattauafial coflume rel'tfiofo Venetiano, di fopir con merito , non di fomentar con biafìmo .le riffe, e gli e c ci dtj tra il Cattoltcbifmo. Attender fiper ciò, che anco la bontàdel Refofpendi ogni fùa mole [la deliberatane fino ,che fe ne conchiudeua, ò fe ne dtfcioglieua il maneggio, pronta allora poi la República à prendere mtfura dall'efìto nelle Jue rifolutioni, le quali promettea, nelpof-fibile , procliui Jempre cerfògli ¡limati defiderij della Chrifitanifst-ma Corona. Si contenne tràqueftiièntimenti, per quello fii, detto l'officio*, eaffaticoiTiancoilPapa , pure pregando , ed ammonendo il Rè medefìmo ànon fuaginar, per allora almeno, Tarmi, fe non contra il Turco, inildiatorecomune perpetuo . Ma tocatroppola Maeftà Sua di hauer perduto Milano, e ripiena di fdegno contra l’emulo Prencipe,rifpofeal Pontefice, & al Senato di vn tenor conforme. Che non poteua per niun modo acconfentire alta pace, fi non veni- t UcJ) uà prima rimpojjejfata dell'vfurp atogli in Italia, co fi conuenendo al ri/ulutecfet decoro, e cosi pregando in vn tanto giù[to btfogno di effere fòccorfa > % per poi procurare anch'ejfa, vnita cògli altri, /'e/alt ationi, e le glorie p™ della Cbrifiiana República. Ad oggetto di far più ancor’al viuo intendere à Roma,& à Ve-netia tale la fua deliberata volontà, non fi contentò de' foliti Mi-niftri. Inuiò nell’vno, e nell’altro luogo Lodouico Canoísa, Vef- E mindj couo di Baiofa, e fece, ch’egli più apertamente la rapprefentafle. Se haueffe pure ancora il Rè Francefco mantenute fenza indù- SL? * gio le promette,e fpinti di quà da’Móti gli eferciti, poteala República, non ottanti i fuoi gran pericoli,continouare feco ad efporii. Ma non ientendofi al folito , che fole ftrepitoiè voci di preparamenti , nè mai vedendofi à comparire in Italia memo vn Fante, più non potè differire. Carlo non ne concedea più tempo. Era già