LIBRO DECIMOTERZO. ?i9 Ma Cefare non faldamente conteneaíl fopra quefti foli termini . Ora moflraua di acconfentirui in alcuna parte » ed ora op-poneuafi manifeflamente à tutto . Richiedea dalla República «Aemigran iòmme d’oro . Non tralafciaua nel mezzo di qucfticomuni lo il tutto, maneggi > di ripigliarne, e d'introdurne feparatamente dinuouo col folo Rè Chriftianiffimo ; onde conchiudeafi da quefte varie fue maniere di trattare , che non era l'oggetto fuo, che di protra* bere, per prender mifuradai caiì s per andarti alleftendo coni* Arciduca fratello ali'armi ; per finir di fiancar'9 e confumar’in Italia iFrancefi ; per indebolir più íempre la República fotto il pefoinfofFeribile di tanti difpendi; ; per far fottoferiuere il Pon* tefice à qualunque patto ; per ridurre alla fine al niente Francefco Sforza, già in pouertà di tutte le cofe ; penfieri, che chiaramente appariuano dalle difficoltà, negotiando, praticate, e dalThauere f ottenuto fempre, chefidoueiìe prima di ogn’altra cofa decidere da Giudici , femeritaua Io Sforza medefimo per le fue colpe , di efferpiùinueftito nello Stato di Milano. Perfuaiò dunqueciaf-cheduno di troncare il filo, non ai negotiati della pace, ma più toftoagli ordimenti ditanteintrodottemacchine,fireilituirono fattigli penfieri, e gli iludij alla guerra , la quale fù intimata per nome de’ Prencipi confederati nuouamente à Carlo. intimiti Tra i vantaggi, che ti andauano diligentemente cercando, fi *¡¡¡¿{ltr procurò far entrare nella medefima Alleanza anche il Duca di fiderà!!!' Ferrara, ed il Marchefe di Mantona, e facilmente retto conchiu-focol primo. Che douefsc dare , e mantenere nelPefercito ducènto huomini Entrain d’arme, con la contribuitane per Jei mejì di diecimila Ducati ogni So„. fnefei eche fofsero obligatigli altri à difendergli il dominio. E per- Fer" che i doni appagano più di ogn’altra cofa gli animi > la República in quefta occafione reflituigli vn nobiliifimo Palagio qui in Vene-tia,chegià per gli auuenuti accidenti gli sera confifcato. Ma col Marchefe di Mantouafuuivn poco da difcorrere. Voleua, inaf-fenzadiLautrechvil Generalato di tutte Tarmi,nè il Senatopotè adherìrui, pernon offendere il Duca di Vrbino. Finalmente Girolamo Zane , ch'era Podeflà di Verona, e che andò per ordine publico à Mantoua, veIo perfuafe ; onde ancor’egli entrò in Le- E’iMar-ga fotto Tombra, ed il patrocinio delConfcderati Prencipi. Manto™ Ora fentitafi Celare à intimarla guerra,fi rifòlfe per diffamar-la,di rimuouerfi da quello per cui poteua maggiormente condannarlo il Mondo. Deliberà di iòHeuar’il Pontefice, non meno per trarfi d’intorno la grauiffima colpa oppoftagli, che per difu-nirlo dagli altri , e per ieco profitteuolmente vnirlo . Inuiò in Italia l’ordinario Padre Generale , eloindirizzòalViceRècon pro-