' 248 DE’FATTI VENETI grande . Hauea con Ferdinando, che pure grandemente arma-uafi, concertato di aifalirej’vno la Normandia, l’altro,la Ghie-na; E comparia di frefco in quelTIioIa vna Pontificia Galea con regali pretiofi à lui, & a’ principali Prelati , haueua-no quell’Apoftoliche Infegne, non più dianzi colà vedutefi, commoiTa, e acceia infinitamente in que’ Popoli la deuotione verfo laChiefa ; perfuafiquei Vefcoui à trasferirli al Concilio Lateranenfe; e infiammato contra Luigi Io ilelfo Rè di tanto odio,che s’era fin condotto à licentiare dalla Corte il di lui Am-bafciatore, perche troppo repugnalfe alla fua pietà, che gli foffe apprelfo vn Miniltro di Prencipe, perfecutore icoperto della Santa Sede. Combattuto dunque Luigi medefimo da tante parti^ed atterrito da così fatti procellofi turbini,rifolfe,come già dicemmo,di preuenirli. Scrilfe frettolofamente à Gallone, che, vedendo dalla fortuna fecondato ilfuo valore, non più douelfe abbufarne la grada; Raccoglieífe infierne , fenza indugio, tutte x cammei-- Farmi ; le portalfe dentro alla Romagna, equiui, già fuperiore fen!rl i!? di forze, attaccalfe generalmente quegli eferciti, li disfacelfe del ZomagM tutto,e dopo ciò conlèguito,non più rifpettando alcuno, fi traf-ièrilfe, e fi prefentalfe con quella freica vittoria,e con tutte l’armi fpiegate d’intorno à Roma.Queilo grand’ordine del Rè di Francia trouò per anco Gallone in Brefcia , doue fifermaua, per dar refpiro all’efercito,già da lunghi,e difallrofi patimenti trauag! iato, e ftanco.ElfendoCapitano ad ogni modo coraggiofo, eraife-gnato » non frapofe, fe non quel tempo à obbedire, che fù necef-fario, per alleilirfi ad vna tanta Imprefa. Dieifi poi con follecito palfo alla marchia, e pafTato al Finale, quiui fi trattenne al-ll'eLu? cun giorno, per prouederfi di viueri,e per raccogliere dell’al-tre genti. In tanto à Roma fi llrigneuano più fempre li negodati di pace trà Mallìmiliano , e la República; nè mancaua il Papa, e gli Ambafciatori, Veneto, eSpagnuoIo, di facilitarne i modi. Ma troppo alte continuauano le pretenfioni di Cefare, Troppo duri, e difficili i mezzi , per moderarle, & accordarle, e l’angultia del tempo, per li già intefi mouimenti di Gallone, troppo dilungaua le Speranze. In quello llato di cofe vedendoli oramai imponibile di più confeguirfi opportuno il defiderato be-, ne, fi trattò, e fi llabilì vna triegua per dieci mefi ; obligan dofi la MafüT República di esborfar frà tanto à Mallìmiliano cinquanta mila ÌKJ«À»;eiaducati,e che ambidue ficonferualfero per allora nel Dominio * delle Città, e Luoghi poflfeduti. Ma quelli trattati, e quelle conchiufioni in Roma, nulla trattennero, òfofpefero Gaftoneal Finale dalle fue già deliberate intra-