k6 de fatti veneti gnata fpontanea humiltà , confeguì anco il defiderato effetto * Vedendofi la Maettà Sua Padrona d’impoileffarfìad ogni fuo beneplacito di quella Città grande , fi Jafciò perfuadere à non più combatterla allora, e pafsò con quetta rifolutione à Bia-grafia. Quiui vn’auuiiò legiunfeforfè il più caro , ed il più ap* prezzato, che attendeise. II Duca di Sauoia, e gli altri Capitani; rimafti à Vercelli, nonhauendocettatomai dinegotiare con gli Suizzeri, era lorojalla fìneriufcitodi riconciIiarli,e capitolare. Pace inalterabile col Rè, durante la fuaroitaì e dieci anni dopo. d7c*xh~ f°Ifero °MÌ£*ti di reftituirgli le Valli, frettanti al Ducato di suturi. Milano inuafe, egli all*incontro esborfar loro trecentomila ducati. Che più non fojfe tenuto il Ducato me de fimo di contribuire a' Cantoni li già accordati quarantamila -y ma ben sì la Mae/ìà Sua l'an-ticapenfione di altrettanta fumma\ Paghe di tre anni a tutti quelli eh'erano allora in Lombardia, in cammino, per andar ut\ feudi1 feicento mila in più rate, giàpromefei dalpredeceffore nell'accordo di Digiuno, e finalmente, che il Rè douefse inuefìire Mafsimtliano> , Sforza, Duca di JSlemnrs, con dodici mila Franchi annuali ; Con-dot t a di cinquanta Lande, el'accafamento fuo con Prencipejfa del1 Sangue reale. La grauità delle condìtioni ; le conièguenze altifsime deri-uanti,portaronofubitogranmutationeallo fiato delle cofe,ed haueua oramai cominciato il Chriftianiflimo à variarfi interamente di penfieri, e d’animo, quando ftabilitofi appena il nego-tio, precipitò il tutto alla ruina. Comparii glilattefi ventimila 2555 Suizzeri, incontanente feompofero a’ Compagni tutto il concor-m. dato. Auidifiìmi di arricchir fi,come gli altri, di faccheggiamen-ti,e prede,oppoieroà tutte leconuenute conditioni; nè più potendo i medefimi, che le haueuano conchiufe, refiftere alle lorofiere protette, furono sforzati à romperle, e tutti ad vn tempo fattifi in vn corpo di trentacinquemiIa,s’auiarono impetuofa- 2,££Ì- mente à Moncia. Spirato in tal guifà l’accordo nelle iftefTevoci di proferirlo, diede ogn Vno le mani allarmi, molto più che prima arrabbiato, ed inferocito. Non più dentro à Verona fìcontenne maggiormente il Vice Rè. Lafciouui di guardia Marc’Antonio Colonna con cento* huominid’arme;fettantaCauaIlileggieri, e due mila FantiTe-wS- defehi ; Altri mille ducento, ne mandò à Brefcia, ed ei con fet-ttma. tecento Caualli grotti, feicento leggieri, e fei mila Fanti, andà vicino à Piacenza. A quefto auanzamento del Vice Rè,Lorenzo de’Medici fi partì an-