394 DE fatti veneti geafi chiaro, che aggiuntali ad ogn’vno di eiTi la Corona dell'impero,traboccaua quella bilancia,che fola poteua con la parità con-feruar libera, e non giugulata l’Italia. Troppo difficile nondimeno preuedendofi l’efclufione diam-bidue, fi conuenne trarfi à bramare per bene il minor male, e fce-glier quello, che poteua manco minacciar dell’altro. E imponibile pefareàcaratti gli Stati de’ Prencipi. La qualità bene fpeifo fu pera la quantità. La connertione;gIi fquarciamenti,i Confini; le congiunture; igeni;; gli affetti, e tant’altre varie compofitio-* ni, & accidenti, non mai permettono trà Reggi vn contrapefato potere. Per ciò il Pontefice, e la Repúblicabenchel’vno in Roma , e l’altra in Venetia, e benche in difgiunto ed’in feparato con-iìglio,incontraronod’vnamèdefimaopinione; che fotte più de-iìderabile I’ImperiaLCorona fopra il capo del Ré Francefco, MkJSX.ci*e ^°Pra q11^0 di Carlo,fondando le ragionisi! le pattate ifpe- nano più rienze. Hauer potuto i France fi porre ancora il piede più volte in Ita-l*a ) & tmpadronirfii dello Stato di Milano, e del Regno di Napo-{>eìCl li, ma contenuto ben preßo vederfene k fipogliare, & a morire in fafcie le loro immenfe vittorie. Non e [sere cosi auuenuto de' Re di Spagna.Hauer baß ato à Ferdinando di acqui fi are vna fola volt a il me de fimo Régno di Napoli ,perpiù non perderlo-yonde tanto più douerß te mere in Ciarlo, fempre che alla fua Corona di Spagna,oltre k tanti altri Stati, quella ancora dell' Imperio fi aggiurmefse. Militie T ede-fibe ymilitie Spagnuole, tutte agguerrite, tutte infierne, e tutte bramo fe di combat ter e per la grandeZiZ^a del loro S ourano yfarfì pauen* tare molto più delle France fi, che y nonefsendo baßanti di farlo fole , conueniuano mendicare la possibilità , e le forz^e dalie nationi ßraniereye dalle Suiz.z>ere in particolare, non benintentionate. Queiti, & altrifuronoi motiui principali a perfuadere in vn foloconfiglio, ed in vn folodefiderioil Pontefice ,el Senato Venerano à fa uore del Rè ChriftianiiTimo. Egli anco, nulla mancando àfeileffo, inuiòvn’Ambafciatore àRoma,& à Venetia ^mhfira'con ordine conforme, di efficacemente richiedere forza, ed Franci» à affiilenza per la fua attuntione . Fece raccordarci Papa ciò ìSJSJ^chè Carlo Magno , Imperatore , e Rè di Francia, altre Rè Chrillianifììmi, haueuanocol configlio, col potere, e con le iteiTe perfone in Italia, foilenuta la difèfi,la grandezza dell’ Apostolica Sede, e le vite de* medeii mi Pontefici; e fece parimente rammemorar’allaRepública, oltre alle tante infierne conquiila-te glorie, TAlleanza con etta viuenteallora, e vincolata con l’armi,^vicendeuolmente fportefi, nelle fuperate frefche vittorie, Difcefe pofcia à più foilantiofe, e precifedimande apprettò al Senato