- 142 DE’ FATTI VENETI uraftaua infelice allarmi,& agli intereffi di quella Patria. Si era egli appena trasferito, ed impegnato dentro al fiume,che peruen-ne auuifo à Venetia, come gli A lemanni, & i Francefi,dimoranti vtrduti- ne^a Città di Verona, adunatifi in gran numero, foifero dimo-tate inua- mento in momento per furiofamente di là fortire ad incendiar le mici ‘cdt’rà Campagne > occupar Vicenza, e per quella ifteffa via nuouamen-Fieen^a.. te auuicinarfi à Padoua, e ridurla in trauagiiofe, e pericolofeanguille. Non può negarli, che, fequella graue notitia giugneua prima , haurebbe hauuta forza di fofpendere, e di frailornare il deliberato in Pò. Ma oramai tiratali T Armata auanti, e poftafì in vn grande impegno , non più potea ritornarfene addietro, fe non con infinito disordine. Menodoueafi, che I’efercito, per occupare gli argini di quel fiume, e per deboli fperanze di danneggiare l’altrui, abbandonali il proprio dominio, e la cuitodia delle principali Città minacciate. Scelfe il Gouerno , in quella riilretta condition dicofe, di dare il primo luogo alla conferua-tione di fe fleifo. Commife al Pitigliano, & agli altri Capi, che lafciato nelPoIefìne ilProueditore Gradenigo con quattrocento Caualli Leggieri, e cinqueceto Fanti,perche andaffe accompa-Snando,e foccorrendo Y Armata in Pò fecondo i bifogni,eifi marciti* ' ‘e# chiaifero con tutto il reilo del Campo al Cartello di Soaue, e qui-uifortificatiiì nel mezzo di Verona, e di Vicenza, vi fi trattenef-fero, e fi muouelfero àmifura degli andamenti, e delle hoftilità de’ nemici. Riceuuto,c’hebbero quell’ordine, detti Capitani, lo efèguirono con la celerità comandata. Si tolfero lo fleifo giorno dal Polefine, & andati, prima à Montagnana, poi à Cologna, d’indi incamminaronfì à Soaue con tutto lefercito. CoIà,dopo ha-uere prefa lingua del più vero numero de’ Soldati, e Allenti allo-^ SoaHe- ra in Verona, e di quelle rifolutioni, che foifero flati per intra-prendere,deliberarono di ben fortificarli nello ileifo Luogo, perche in ogni foprauueniente occafione hauefferoà dipendere dal loro proprio arbitrio, non da quello de’nemici. Vi fecero dunque d’intorno grandi efeauationi; Alzarono argini; Conilruiro-^ouefìforn°p^ d vnBaflione, per contrapoilo alle Colline, che vi fi er-geano d’appreflò ; Perfèttionarono vn taglio fino all'Adige, per non rimanere in penuria d’acqua, e con firade fpianate, e con altri dilatati, e forti lauori, pretefero d’efserfi quiui à bailanza af-ficurati per tutti gli accidenti. Profeguiua in tanto l’Armata in Pò, non folo faccheggiando, SS» e depredando fenza remiifione il Ferrarese, ma rumando, e di-'ii Fenare- ftruSgendo col ferro,e col fuoco tutto ciò,che non potea,nè pren-fe d7il*rJti dere,nè portare feco.Non piacquero alla fine quelli tanti diferta-matame. ment;i aj Senato, benché follerò praticati in guerra, e dentro allo Stato