io DE FATTI VENETI diattaccarIi,chefiarrendeifero. Più, che grande la pietà, altrettanto s iniìeriffe , quando ingratamente fi fente abufata . Non capaci coloro diconofcere tali humani termini, richiefe-ro tre giorni di tempo, per penfarui 5 e pattuire. Ciò intefo, al-teroifi con gran ragione TAIuiano. Apportò contro al Cartel- lo le Artiglierie ; diroccouui vn Riuelino, e coftrinfe coloro ad implorare con le fuppliche quella clemenza, che, prima indulgentemente offerita, fprezzata haueano . Non volle ad ogni modo trattarli col meritato rigore. Si contentò di conceder Io-coiva -a- ro> che fenza gartigo gli fi arrendeffero. S'impadronì di Cadono di ca- re, nequiiiirileiiòdidanno , chela perdita di Carlo Malaterta, t°iTcan la giouine di poca età, ma di grande afpettatione. Non v’hàchi TaxilMa P*11 v°Ientier* offendi del prouocato. Si fentì à Yenetia con hteiL 1 grande applaufo l’Imprefa, già ch’erano i nemici flati li primi à promuouere, ed à violentare alla guerra. Il Proueditore Cornaro ragguagliò con fue lettere gli fcorfì auuenimenti. Special-mente efaltò al fommo le marauigliofe prodezze dell’Aluiano, preiìo pronto, ardito, tanto nella maturità di rifoluere.quan-to neH eipeditezza > e nell’ordine dell’efeguire ; onde innamoratoli il Gouerno degli iniìgni ornamenti di queU’huomo grande, gli decretò il fecondo luogo dopo la perfona del (renerai Piti-ffaWPM gliatio; Aumentogli il numero de Caualli della fu a condotta, uiano. dai feicento ai mille ; Le libre d’oro di ftipendio, dalle cento cinquanta alle trecento ; e percheegli hauea motiuato al Cornaro vn fuo defiderio, che rimaneffero preffo di fe le acqulrtate artiglierie, per degna >& honorata raccordanza, concorie il Senato con pieniffimi voti à compiacerlo; Come anco per lo fingolar merito del defonto giouine Malaterta, liberalmente concedette uohdf}1' continuatione nei figliuoli di tutte le proiùfioni publiche, che medefmo godeua il Padre. Già fnudatefì, già infanguinatefi più fempre vicendeuolmen-te Tarmi, non più era alcun rifpetto , ò limite, perche non an-daffero alla peggio contro ad vn nemico, ilquale hauea già affa-liti, giàdeuartati i paefi, ed occupati indiftintamente iLlioghi. Quando montato T Aringo Domenico Morofini, decorato della Verte di Procuratore di San Marco, fù detto, che prendeffe à confiderare prudentemente al Senato. Oratìone Douerficon maturità riflettere, prima di auanzar più oltre l*ar-mcoMmo. mi contra iin Ce/are,ed v?sx Impero congiunto fecondi progreditile re-»"rjnii- troccfsfani, agl’impegni. Confejfare anch'egli principiatali di già la clfarTtro gHerra » principiatala Mafs imiti ano, e sforzata la Republica à difender fi, e difendendofi, neceffari amente ad offendere . in ogni modo anche ai pafsi violentati conuenirfi le fue rijerue, e mifure a e pri-