LIBRO DE CIMO OTTAVO. 77* vittoria, e con la morte del più temuto, e potente de’ Ca pi Vgo-notti .fperòilRè ,efperòlaReina di ridurre tutto il Regno all’obbedienza . Ma l’idra,che fauoloiàmente è difcorfa, fi fcorge fpeiTomilterioiàmentevera. Non morì l’Vgonotta fiera; moltiplicò più tolto le teile, òalmeno lerimafte, via più mferócironfi. Solo viuo l’Ammiraglio reflatotrà i Capi; poiché Andelotto, per le rileuate ferite, conuenne anch’egli morire, vidde necelsa-rio di rimettere in luogo del morto Condè vn’altro Prencipe del Reggio f angue, e fugli facile l’intento. GiàHenrico di Borbone, Prencipe di Nauarra, fucceduto nel Regno al defonto Padre,era l^enrdlC0^aJ flato alleuato dalla Madre nell’empia dottrina. Gittogli l’efea nana Capo dolce delle reali fperanze, dal le quali queiranimo inuìtto vìnto y hl^i Jt affunfe volentieri il Capitaneato Generale dell’armi. Quindi tutti s’infiammarono à rimettere le militie,ch’erano loro fiate mi-feramente tagliate, eDuponte, vedendo fempre più neceffaria l’vnione > fatto groffo di ottomila Caualli, e di molta Fanteria,fu-però di entrare nella Borgogna, & indi trattoli alianti, occupare tra Parigi,e Lione la Città diCiarité. Sperò allora l’Ammiraglio di facilmente feco accoppiarli. Raccolie dalla Rocella, An-condii golemme, ed altri Luoghi, che haueafi già fatti foggetti, tutte le pr°fpe,th fue genti fparfeu^efipofedi primo tratto à combattere Poitiers, per aprirli con effe la ftradadi paffar la Loira. Ma più accidenti non buoni gli fi attrauerfarono. Trouòla Città più forte molto del fuppofto. MorìDupontedafebremaligna,quali d’improui-fo> egiunfeal Rè vn confiderabile rinforzo, fpecialmente di fei mila Fanti, e mille Caualli fpeditegli dal Papa, e dal Duca Cofi-mo di Firenze. Strignea nondimeno l’Ammiraglio Poitiers, !a cui preferuatione premendo molto ad Angiò, mandolle inloc-corfo il Duca giouine, Carlo di Guiia,&altri Signori Francesi, che anco ve le introdufTero dentro con vnbuon corpo di gente. Auuanzatofi colà poi anche Angiò con tutto refercito,auuifato-ne l’Ammiraglio, fi tolie pienamente dalI’aiÌedio5& andogliincontro per attaccarlo,ritrouandofì più forte. Ma il Duca d’Oma-la giunfe opportuno con le ine militie à bilanciarli potere dell’ vno, e dell’altro, ed à pareggiarli loro defiderio di vna generale decifione. Azzuffatiti dunque nelle Campagne di Monte Cotor-no, dopo combattutoti virilmente, e fiatone l’efito fluttuante à lungo, fopraggiunfero à deciderlo in fauore de’ Cattolici li Fanti Reggi; Italiani, e Suizzeri, i quali feomponendo, e sbaragliando per ogni parte i nemici,e dando cuore à tutti gli altri di far lo itelTo fu quella volta coti grande la caricale così importante la rotta de- p con gl’Vgonotti,che ne rimafero fuenati fu ICampo tredicimila-,tutto ta generale ilreftanteferito,edifperfo;epochi furonquelli,che preferuatiti,]'5°T fug-