4y> DE’ FATTI VENETI AuuenitTe,ò perche Cefare fè ne perfuadetIe,ouero perche foife venuto in Italia con deliberata difpofitione di cercar’à fuo prò tuttilivantaggi,moftròdicondefcendere al Configlio; rifpofe cepare lo d’efièr pronto à trattenerfi alla difefa de*comuni Stati, quando richiede di però la Beatitudine Sua, e la Republica di Venetia fi compiaceffè-leani/. ' ro di rinouar feco l’Alleanza,e di concorrere con le lor armi confederate in aiuto di lui, cosi contra i Franceiì, come gli Ottomani. Sentito il Papa doue, che andaua quefto miftero à finire, procurò di ifcanfarlenealla meglio. Non trouò ragione, per far-fi capo di nuoue guerre, e di nuoui incendi; . Nulla gli promette* £tr%che uano Pa^ate Pruoue di ficuro,e di fincero neH’intentione di Gar-pì'rc *'lo. Molti riflefli grandemente lo agitauano. Ma neffunacofa poi, lo tenne più lontano dall’impegnarfi in nuoua vnione, di vn pen-fiero, da lui conceputo, d altiflimo rilieuo. Speraua affai più, con-feruandofi neutrale, e lafciando Cefare, e’1 Rè nella gara di guadagnarti vicendeuolmente lo StatodiMilanc > di facilmente condurre amendue à contentarti d’inueftirui Duca, Ottauio Farnefe Nipotefuojchegittandofinelfenodivnodiloro , farti di quello incatenato fchiauo, e dell’altro, accerimo nemico . Per i detti, e per altri grauirifpetti fchermitofi dunque il Pontefice con Carlo dàlia nuoua ricercata congiuntione, tanto più fù giufto, che fé ne afteneffe etiàdio quefta Patria,la quale hauea pruouato più d’ogn’ altro ciò, che v’era da fperar*,e da credere negli altrui arcani, e in* tereiiì,econofcea,che ftabilita di frefco la pace co' Turchi, no do-uea per neffun rifpetto immediate infrangerla. Già sera Solimano molto ingelofito di lei fubito, che intefe Cefare giunto in Italia. Dubitò appunto di qualche concerto d vnione, e tanto dubiton-ne, che mandò egli ftetTo à Venetia ilDragomano Ianusbei àcon-tMgom- firmari Capitoli, come anche furono neceffariamente ratificati. no U _ Male in quefta guifa fortito à Carlo il defiderio, ritornò yenetiara- nella prima tua rifolutione di paffar’in Africa, & andouuiin effet-fÌCea la to con grande Armata. Ma l’animo fuo generofo non fù colà cor-ctfare co- rifpofto, né in terra nè in mare da prolpera fortuna . Venne da’ tra ^ige- d’Algeri rifpinto’più, e più volte. Fù maltrattato dagli * Arabile quafi, che anco il Cielo gli foife contrario, fi trouò affaìi-muato to finalmente da gran tempefta, che profondogli più legni, ed is-daBumf- fot.zollpaH’vItim0di allontanarti, Iaiciandoui gran gente vccifa, JK? tra quali Marino Giuftiniani , che rifiedeuagli appretto Amba-Ctufìinia- fciatore della Republica , in luogo di cui fuuifpedito Nicolò da [datore, Ponte Dottor’, e Senatore di gran portata. Non haueua il Rè di Francia mancato in tanto di procurare tutto il peggio contra Cefare. Rimandò vn’Ambafciatore à Co-ftantinòpoli, per eccitare Solimano àofdinar immediatelvfcita del-