LIBRO Q_V I N T O. i9ì l’Ambafciatore , rapillo à credere, che lincerò foife ildefiderio b»*ìv«,-del Pontefice alla pace; dabenagine veramente di gran maraui- «faglia , perfu adendo fi, che vn genio mortalmente auuerfò in libertà, poila violentato, e itretto da dure Catene , fincera-mentecangiarfi. Il primo pregiudicio, che ne rifentì Ciamonte, fù di fofpenderfi, e di adormentarfi fopra il patto . Nul- rbe'^ fola più fi mofTe per auuicinarfi meglio à Bologna. Fermotti fpendelful tutto quel giorno ne < rifletto alloggiamento , doue fi troua- p^a' ua, e folo permife a’Bentiuogli, che vi fcorrettero con por-tione del loro iègu ito, e con cinquanta lancie Francefi, fino su le Porte. Per iftrignere poi gli accordati, propofe alcune capi-tolationi al Pico, le quali riportate à Giulio, mentre, ch’egli con ogn’altro peniìero, che di far pace, acremente le riprende , come infofferibili, e che all’incontro i Cardinali più fèmpre Io premono , à non cucire fottilmente in tempo, in cui ilauano in procinto Farmi di tagliare fenzaremiffione, ecco à comparire impro-uifamente in Bologna fettecento Caualli Ieggieri,che il Prouedi-tore Cappello, immantenente intefone il pericolo,haueaui fotto ... il comando di Federigo Contarmi, e di Chiappino Vitelli, fol-Ju ma-lecitamentefpediti.Fù quell’aiuto al Pontefice, come vno fpor- lpuJm°al to foftegno à chi fi troua in piccororlo ridotto , per ineuitabil-mente cadere. Ripigliò gran cuore; Glielo animarono più ancora le promeife portategli d’altre prette,fpeditioni, e della com-parfa di tutto l’efercito Veneto, fubitochehauefle potutotran-lìtare il fiume, e per finire di reftituirlo ne’ fuoi primieri terribili penfieri, capitouui in oltre Profpero Colonna con le trecento E Spagna-lancie di Ferdinando. Hebbero forza apprefsoà lui quefti molti-le: plicati foccorfi di rifanarlo immediate da trauagliofa accesone, che in que’giorni, nonfenza pericolo, haueualo aflalito , tanto dipende dalla falute dell’animo quella della vita. Pafsò Ciamon^ Verlocht te il giorno feguente con I’efercito il Ponte à Reno, da Bologna '¡prender circa tre miglia indiftanza, più per negotiare, che per combat- ¿Ulna!* tere . Ma con la mutata conditione delle cofè, già il Pontefice mutatofi di lingua, non già di cuore, ritornò di nuouolibe-ramente ad infiftere, che fe il Rè Luigi oramai non rifolueafi di abbandonare attolutamente il Duca, non più intendea feco trattar , nè capitolar di pace. Trouoflì allora Ciamonte in grandi anfratti inuolto. Si dichiara il Pontefice più che mai nemico. In vece delle fperate tumultuationi in Bologna, anzi intende, che vinta etta dalle minacce;e blandimenti di Papa Giulio, hauea prefe l'armi in fuo fauore; Ritrouaffi in que’Contorni fenza vittua-glie, con pioggie, che gli foprabbondauano altrettanto in copia; E Ctamo1t. fi ritirò quel giorno medefimo à Cattelfranco, ed il feguente tefinm Bb àRu-