LIBRO NONO. 545? vfcitodi pupilar età , haueuaafTuntoil Gouernode’fuoi propri) Stati Trouaron’iui rirtabilita iVnione con l’Inglefe con li medef-mi Capitoli del morto Cognato; e fopitefi con Carlo le vertenti controuerfie, fermata parimente vna perpetua amicitia, e pace-Subitointraprefero|gl’incarichi dell'Ambaiciata . Sodisfecero all'officiol primo congratulatorio ; e palla ci poi à trattar della Colleganza, mentre giàv’erano gli animi concordemente deporti , s’accordaron’anco facilmente nella conchiuiìone , conforme , in tutto alla già conuenuta col Rè Luigi, la quale fu in fortanza. fccfrdaÌè Aiuti reciprochi, e guerra non finii a mai fino , che il Rè non rtue- Cj-fliuafìdcl Ducato di Milano , e la República , interamente delJno perduto Dominio in Italia. Stauariporta nella preftezza la felicità degleuenti, per non dar tempo agl’imperiali, e Spagnuoli di afTodarui maggiormente il piede . Affrettarono per ciò gVAmbafciatori iì RèFran-cefco al più celere incamminamento dell’armi, promettendogli, comera flato giàpromeifo al defonto ♦ che adognicomparfadi quell’efercito, farebbe ftato quefto in Campagna, e di tutto punto alleftito , peraccopiarglifi , e per vnitamente profeguire nel-l’Imprefe . Adempiuteli da loro tutte querte parti in Fran-./vrin¿m eia, paifarono in Inghilterra al Rè Henrico, con cui fuppli- ¡¿Mtri to parimente alle officiofità , rimafeui in Corte il Giuítiniani, ritornò il Pafqualigo à Parigi. Quiui fi [trattenne pochi gior-ni,poiché ordinogliil Senato, che ntrasferiiTeàCarlo, Ducadi »«!1 Borgogna, per rallegrarli ancor feco della poteftà dominante af-funta, eperofterirgli vnacorrifpondente fmeera amicitia ;à che pure da lui quiui fodisfatto, ritornò in Francia. Vedeano quefti Ki à Carla Padri, ficomehaueanodi anzi veduto ancora, che il più forte mezzo, per decidere la guerra , era la feparatione del Pontefice EP°,r.1-daCefare , e da Ferdinando , confederandolo feco , e col Rè pIÍ-Jk Francefco. Itentatiui,fattidaloro più volte in vano, lidiiànima-uano; tuttauoItaefTendofi cambiato il Rè,fperaron anco, che fi Tent ] u potefse cangiar la Santità Sua di opinione, e genio. Per più fa- ¡{tpublica uorirequefta confidenza,incontroiH per buona forte,che Giulia- J>/r ¡Xeno, di lei fratello, bramaife in moglieFiliberta, forella del Duca e diSauoia , confanguineodi Francefco fteffo. La congiuntione del fangue poteafacilmente congiugner’anco gl’affetti, e poteailspiim* Papa molto più fperare di aggrandir la Caia, e i Parenti, accom-pagnandofi con vn Rè,à cui per l’età, per lo fpirito, e per la fortuna , parea, che il tutto in fauore confpirar doueiTè più torto, che con MaiTimiliano, e Ferdinando, inuecchiati già negli anni, ed à quali reftaua naturalmente poco tempo à viuere . Moifo dunque il Senato da tante confiderà te ragioni, mandò Ambafciatore àLeo-