LIBRO DECIMO SETTIMO. 711 conipagnamento quei Regni d'Inghilterra, e Scoria infierne. Ma ciò molto abbonitoli dagli Scozzefi, ricorfero al giouine , Rè Chriftianifiimo > e per intereifarlo nel loro patrocinio » promife-ro alla Tua Cala reale I’Inianta . Abbracciò Henrico il ricorfo, e Dilrenfwni leshibitione molto volentieri, nè tardaua di accinger fi potente- trà Frali-méte alla guerra,fecon le preghiere,e con l’autorità frapofta, fer- %uen?.~ mato non lo haueffe il Papa. Dubitaua la Santita Sua deliberato à gran cofe Cefare in Italia ; hauendo, trà l’altre, giàpofto il pie- fa* de, come già efprimeffimo, in Siena, ed ottenuto dopo Piombino ancora ; Ma principalmente temealo al (olito per Piacenza, e Parma, fempre, che, occupando fi il Rè di Francia in Inghilterra, folle Carlo rimaflo predominante in Prouincia . Mandò àPari-g*in tutta fretta il Cardi naie di San Georgio ; e mandouuelo fot-to finta di trattar feco alcun ripiego per la falute comune di Chriftianità i ma fù il vero oggetto, per limolarlo à feguitar l’or- giù à Vari« me, e le maflime gloriole ,lafciategli con la Corona dal Padre , e*'* per offerirgli tutto il più, che potea contribuire di forze, di auto- Cm^xàle rità, e di rifpetto la fua perfona, e la Qiiefa, quando feco lincerà- affate drl mente fi confederaffe. Papa' Appetiua Henrico , come già dicemmo, la gloria, egiàfiam-meggiaua di vendicatiuo fdegno contra Cefare , per la memoria defatti ftraniflìmi , occorfl trà lui, &iIRèdefontofuo Padrei Onde trouollo il Cardinale difpofto appieno à fofpender per allora Tarmi contra l’Inghilterra, ed impugnarle contra il Prenci- nal ab. pe inimico. bnccuti. Le pietre fondamentali gittate dalla Maeftà Sua di vna con-fiflente vnione furono, di promettere vna fua figliuola naturale àOratio Farnefe, figliuolo di Pietro Luigi, il Duca ; & vna fpeditione, che fece à V enetia di Monfignore d i Soiffon, per prò- imbafcia-curar di perfuadere il Senato ad entrar’ancheifo per terzo nell’ ijr/i1».* Alleanza, già che Cefare, co’ fuoi progreffi, e penfieri ilrabocche-uoli, fconciaua fmoderatamente in Italia il defidenato equilibrio. Venne ilMiniftro ; fi accompagnò con Monfignore della Cafa, qui Legato Pontificio, e comparii amendue in Collegio, ne tentarono premurofamenteil Gouerno . Era degno di vn fommo rifleffo l’officio^ma vn graueaccidente »[accaduto nello itefTo tempo , venne à renderlo più graue ancora . Occorfel’interfettione in Piacenza del Duca Pietro Luigi, perpetrata da alcuni di quei principali per loro priuato apparéte diigufto. Vociferoffi poi, per dt inftigationedi Don Ferrante Gonzaga, Luogotenente di Cefare ‘ “Tn* in Italia*,Ilqual’anche fubito alzò nella medefima Città l’imperia-te li Infegne; prefidiolla tutta dff Fanti Spagnuoli, e fi ricoueraro-no gl’Interfettori in Milano. CommofTafi molto à tali cafi la Re- publi-