7i6 DE’ FATTI VENETI reiTe cotanto vicino, e niente meno le lontane, per lo comune della combattuta Chriftianità. E vero, che Solimano moilraua al fo-lito di bramare fecovna collante, e iìncera amicitia ; hauea mandato à Venetia vn Chiaus à dargli parte del fuo ritorno dalla c^ter,no *>el>ecorrifpondendo à tale dimoftratione la Republica, ha-Zfwon”4- ueagli eletto anch’ella in Ambafciatore, Catterino Zeno. Ma incelanti- iolito à cangiarli il Turco di fcorzaà guifa di ferpente, quando napoli. più riiplende il Sole, era effetto di prudenza temer di lui nel colmo appunto di quella dimoftrata pace. In quello ilatodi coiè porgeaoccaiìone digranmarauiglia Ferdinando, dimoftrando-iifprezzatoreditanti imminenti pericoli ; e Cefare niente meno d’effo à porre in non cale Io fdegno concitatofi contro di due tremendi Potentati, il Turco, e la Francia, continouando nelle lolite lue maffime, di conferuarfi nel poffeffo di Piacenza ; di occupar Parma ; d’iniìgnorirli di tutta l’Italia ; di follecitar’ il fratello all’ImprefadellaTranfiluania ,edicolmarqueili, ed il figliuolo i < u ^em Pre Scettri ye di Corone. Finì Fanno con tali oggetti, maneggi, e pericoli, quando s’vdì à iuccedere d’improuifo grande,edimpenfato accidente. Potè Ce-dÌ-mfr ^are ne^temP0^eÌf°,cheperiiiteua nell’occupatione di Piacenza*. * za.e voleua prender Parma, far’abbandonar’al Pontefice quella indifferenza, in cui sera perl’addietroièmpre contenuto feco, e con la Corona di Francia. Lo guadagnò in fuo fauore ; Fello ac-confentireallariduttione del Concilio in Trento, e fino lo con-c.he fi vi- duffeà ccnuertire in vna fiera perfecutione contra la Cafa de’Far-’miF™'ne^ quella difefi, c’hauean’eifi dalla Santità Sua fempre confida-nefi • ta, intimando à Ottauio vn Monitorio, di douer’ immediate rila-fciar Parma alla Chieia. Fù follecita la Republica, fubito, che intefe partigiano il Papa dell’imperatore ,& inimico de’ Prenci^ pi della Prouincia,à tentarlo con tutti gli offici;, perche riaffu-meffe la neutralità, fino allora fantamente profetata. Parue,che anco lo haueffe di bel tratto vinto, inducendolo à mandar’à Ottauio il Cardinal de’Medici, fuo congiunto, per trattarne alcun compenfo . Ma ben preilo difperderonfi tutte le fperanze. Cefare tirò àtrauerfo; Li di lui Miniitri di nuouo guadagnarono la Beatitudine Sua ; Fecero, che richiamaffe da Parma il Cardinale, e cheritornaffe à trauagliare lènza remiilione i Farnefi ; Pen-titafi poi mandò in Francia fuo Nipote, Afcanio della Cornia ; magiàicoccatoildardo,in vece Henricodi placarli à tali offici;; funcefiin fù più follecito à fpignere in foccorfo di Parma molta gente. Car-vama di dall’altro canto commife à Don Ferrante Gonzaga,che douef fe congiugnere tutte le fue forze à quelle della Chieia; ondeben preilo fù fatta l’Italia, per vna picciola fauilla, vna mole ardente di