158 de fatti veneti darono di andarle incontro ; Mandarono {oggetti prattici,e d’intendimento , per ben ponderare i fiti, le mure, le foffe, le porte, e iìmilmente, per afficurarfi, come, e in quale maniera fofse guardata, ecuftodita allora laCittàjprincipalmente da quella parte, dotte già camminaua l’appuntamento, per entrami, e prepararono nellifteiTo tempo,icale,ferri, & altri finimenti necefsari; al-Evi'vd,, ^attentato. Ritornati gli fpediti con le defiderate notitie, partirono tutti nel principio della notte da San Bonifacio, e giunti, che furono in poca di ftanza dalla Porta di SanGeorgio, parue loro» per meglio fiancheggiar l’efercito, di quietamente fpignere auanti cinquecento huomini à fcalare le muraglie del Caltello di San Pietro. Ma intanto, che quefti appoggianui le fcale ; che le tróuano all’altezza corte, e che fi affaticano, per attaccarle inficine al bifogno, fentono, ò pare loro di fentire, vnmouimen-to dentro, per cui,foprafatti da timore eftremo,dieronfi vilmente alla fuga, e ritornarono allefercito, che poco vi fi trattenea difcofto. Arriuatiui anelanti, non fu difficile, che al loro fpauen-tofifpauentaffèro gli altri ancora. Crederono tutti di efsere da tutte le parti afsaliti ; fi reftituirono à San Bonifacio, e riufcì in tal guifafenzaeffettocontro di Verona anche quefta ritentata Im-wnteim~ Pre^a • I Capitani di dentro rauuifatifi facilmente poi dell*ap-puntato concerto alla Porta di San Georgio, rigorofamente in-quirironodegl’autori, e compartecipi; Ne punirono alcuni, in* veuirS? Sciati r^1 ;e’l Pellegrino,fuggendo, e faluatofi nell’efercito, fù ri-tetvibmta. conofciuto del fuo buon volere con annua importante retribu-tione ad effo, & à pofieri dalla publica munificenza. Ma il Pontefice, dopo folleuata la Republica con la benedittione della pace , la ritrattata fcomunica,la conchiufa Alleanza, ed il rifoluto ragguaglio, che portonne a’ Prencipì, ardendo intenfamente di idegno contra il Rè di Francia , cercò di andare difponendo tut-tilimezzi daluifcorti propri;, per abballare nella Maellà Sua quella grandezza,che altameteingelofiualo.In primo luogo procurò di acquetare Cefarecon la Republica, e di vnire anch’ef-TentjU ne^a Colleganza. Gli ne fcrifse in gran maniera; e per-Tapa iipù» cheà benfuellerevntronco, che fia profondamente piantato, nù conuiene torgli anche il terreno intorno, e di fotto,tentò laSan-zepubhca. tità Sua cautamente gli Elettori dell’imperio, acciòche in vna Dieta, appunto allora conuocata in Augufla, per trattar di foc-correreCefaremedefimocontralaRepublica, ve ne difficoltà^-fero i modi, onde la Maeftà Sua fòfTe tanto più coflretta à douer’ adherirealle fueinflanze. Porfe in fecondo luogo, non mino-ri infmuationiapprefToadHenrico Rè d’Inghilterra, àcui pur’ £biitena anche la Republica hauea già inuiato vn’Ambafciatore all’oggetto