LIBRO DVODECIMO. 497 di. L’altro, il dubbio,che palfato,ch’ei vi fofse,potelfeil Papagit-tariì nuouamente à Cefare, fenza curar punto di lafciarlo circondato , e quali prigioniero de’ nemici dentro à que lontani confini. Se ne hauea frefchifsimo l’efempio. Induceane vno gran timore il genio di Sua Santità,già ifperimentato à tante pruoue incorante, e facile àvoglierfi qual foglia al vento .Finalmente,dopo lunghe difpute,nó furono ballanti,nè i riguardi, nè i pericoli profondamente difcorfi . Molto più che delfuo, pauentòil Senato del-l’interefse di Santa Chiefa. Commife in predio,ed efficace modo al Duca d’Vrbino, & al Proueditore Pifani, ch’era allora lèco 9 filtri ovi che doueisero toilo montar’, e palfar FAIpi, fèmpre che ve- nato adVr-deiferolearmi Spagnuole, e le Imperiali effettiuamente à pa£ farle. stipi, Arriuò intanto il Vice Rè à Firenze,per continuare il fuo viag- n Vìce ^ gio, e per incontrar Borbone, e fermarlo. Matrouò quiujdueàtfr*«^. Meflì,che Borbone medelìmo haueu agli fpediti incontro, ad oggetto di trattenerlo colà, fottofìntadinegotio, ed egli frà quel to tempo, non impedito, trariì auanti. Sortigli anco per qualche giorno di ottener l’intento . Mentre affaticauafi il Vice Rè con Trattenuti due predetti Inuiati , accioche Io perfuadeilèro alla triegua, ò Zne almeno à fofpendere vn poco il paiTo , egli accelerollo ; calcò Y p°co-Alpi, e penetrò fino à San Stellano , vicino ad Arezzo. Tanto pretti furono à fluitarlo il Duca d’Vrbino , il Marchefe di Sa-luzzo , e gli altri, cheiui à poco del di lui arriuo colà giunfe-ro à Barberino con amendue gli eferciti, Veneto, e France- Che fi ani-fe, togliendoquiui,come nel mezzo , Firenze. Entrate tutte to ad si-queft’armiinTofcana , ed auuicinatefi alla medefima Città , ca- vSì, ? gionaronui dentro graue, e terribile accidente, llmigliante ad vn &***[* 4 corpo ripieno di contrari; humori, facile à corromperli . Tro- ^ mm' uauafi ella diuifa in due contendenti fattioni. Fauoriua Fvna la Cafade’Medici, arbitra , come più volte fi è detto, di quel Go» uerno. L'altra, che nel più comprendeua l’vniueriale, ftaua aui-damente qualche occafione attendendo , perrellituirui le prime popolari forme . Bailo alPintento di quefla parte il lòlofufurro degli approffimati eferciti. Cominciò la plebe à tumultuare . c°»dec™-Dietro a lei folleuoffi il pieno della giouentù , & andò di tal mo- faue'd?' doferpendo laconfufione, e’1 romore,che ridottoli furiofamente MtdlCK il Configlio , decretò di efcluderei Medici dalla vantata preminenza , e di darl’efilio à due fra teli iAlefÌandro,& Hip polito, nipoti di Sua Santità , dichiarandoli nemici della loro Patria . Ma poco durò quella commotione. Già peruenute àBarberino Tarmi Venete 7 e Francefi, bramofo Vrbino di conferuar’in fauore, & in fede i Fiorentini, auiolfi egli verfo quell a vo!ta,feguitato dal Rrr Pro-