LIBRO PRIMO. I? due fuoi domeftici, andò à rìconoicere i Luoghi, il numero, e le politure degl’inimici Tedefchi .Sopraggiunie fra tanto al Campo Pietro dal Monte, efperimentato guerriero, con milleottocento Fanti, educentoCaualli ftradiotti, diretti da’due Capitani , Paleologo , e Buficchio. Arriuouui anco Girolamo Sa- Girolamo uorgnano, principalifsimo Nobile di Vdine, fcalla República lolnéaZ fuifceratamente diuoto, accompagnato pur elfo da groffeban-^-de ; e tutti quelli trasferì tifi dalla parte della Montagna, contra-polla all’altra, doueerano di già palfati TAluiano, e’1 Cornaro col groflo dell’efercito, fi corrifponderono infierne, ed appuntarono d'incamminar fi gli vni, egli altriauanti, per trouarfi vnitamentenello fpuntare dell’Aurora alla fronte de’ nemici. Lagranneue, caduta dal Cielo tutta quella notte, li cofirlnie non molto lungi à far’alto fino alla mattina. Ma queU’iileffo lume , che eglino afpettauano , per iftradarfi all’Imprefa, feruì, quando, chefpuntò, ad illuminare parimente del feroce vicino aflalto i medefimi nemici, che già rillretti, ed occupati da tutte le parti, fi trouauano in vna ineuitabile neceffità, ò di arriichia-re la vita con la fpada in mano, ò di miferamente lafciaruela. Rifolfero colloro ciò, che in limili cafi , anche gli huomini non tanto forti, praticare difperatamente conuengono. Erano Soldati veterani. Erano in gran parte delle guardie deU’Imperato-re. Afcendeuano à tre mila, e più. Si raccolfero in vn fito il più eleuato ; fi difpofero d’intorno le artiglierie, ed in tal guifa fi ac-cinfero à riceuere, ed à combattere dall’alto vantaggiofamente i noitri. Nulla ciò curò l’Aluiano. Già benordinate le fue mi-litie, calcò il Monte ; fprezzòle neui, e le offefè, ed auanzatofi co’ fuoi, coraggiofamente s’affrontò a’nemici, e cominciò daBamiò. tutte le parti à tormentarli. Trouolli al cimento molto meno valorofi, & arditi di ciò, che haueuali creduti prima, ech’era- jjj£j i no obligad dimollrarfi in quell’vltimo cimento. Dopo lo fpa- yn monte. tio di brieue pugna, fi dierono viliffrmamente alla fuga, non co-nofcendo nel gran fpauento, che trà quelle dureafprezze feruir£ u dim men’ella poteua,per preferuarli da vnlntero eccidio. Quali tut- fame. ti furono fagrificati alla morte, e gli altri pochi riconobbero la gratia dalle fole lagrime, e dalla mifèria di lalciarui Tarmi. Cor- rimaile in abbandono, meglio non potendo difènderli degli huomini^i capitarono tutte nelle mani,e perche folle la vittoria P\u ^u%e ancora, non fù, che da poco fàngue bruttata. An-Aluiano il feguente giorno al Cartello di Cadore,e bramo-iodivlareà quei di dentro carità, fece loro intendere , prima C 2, di at-