I 76q DE’ FATTI VENETI soccorfi corfeui la Onnipotenza Diuina, in tali cali eflremi fola redentrice. ddtmnae. Giunlè in quella ftrettiifima anguftia il Vice Ré di Sicilia dall’altra parte dell’Ifola di Malta, nominata, Gozo, con l’Armatafua molto numerofa di Galee, di VafceIii,ed’huomini. Subito arri* uato sbarcò à terra cinquemila Fanti Spaglinoli, tremila Italiani, e quantità di Signori , ¿Nobili Venturieri , efmontato iniìeme Aicanio dalla Cornia ,ei ritornò in Sicilia col corp o de’ legni,per imbarcarecolà dell’altragente,e per anco attaccar’in Marel’Ot-tomana Armata, quando Io haueile auuataggioiàmete potuto fare. Afcanio,dopo fmontato,e dopo prefa lingua dello flato delIT-fo!a,ede’ Turchi,fcelfe il più coraggiofo partito, che fu» di andar dirittamenteàcombatterli . Capitata quefla gran voce all’orec-chiedi Muitafà, e di Piali, cominciarono fi fattamenteà temere, Trr lo che che rifoliero di far due cor pi del loro efercito, perche, vno affron-'Jtnnti. tandoficontra inemici, mentre, combattendoli, arrifchiauadi faluar fe fteifo, faluaife certamente l’altro. Così mandarini diecimila Turchi, fecero in tanto , che gli altri, sloggiando anch’-eflì dall’attaccate Fortezze , fi conducelfero all’imbarco con óhficf. le artiglierie ; Ma, il come queflo andò loro à effetto, non già f\onur,o. cos\ conflitto terminò con la fperanza, e col difegno . Prefero vna gran carica , dopo alcun contrailo i Turchi . Ne rima-e vengo fero in buona parte diflefi fopra il Campo , altri feriti, e malli idbat~ trattati , ed altri goderono la forte di giugnere illeiìsalatamente alle Naui. Volle il Gran Maefìro, anche in quefla occaiìone altamente rimarcarfi. Fece fortir fuori delle Fortezze i preiìdi; die-dainfoiT. troa’fuggitiui . Ricuperò Sant’Ermo, giada’Turchi abbandonato. S’impadronì di vari; pezzi, lafdatiui, di artiglieria, e così reftòàlui, ed à quei Cam pioni di Chriflo la gloria di hauere pre-ieruata dalle mani degl’infedeli l’ifola di Malta , per rifplendere -numero tra i più chiari lumi di Santa Chiefa , e del Popolo fedele all’im-de Turchl mortalità. Fu detto che moriifero in quel lungo aifedio, de’ Turchi,ventifei mila,e circa cinquemila de’Chriftiani. A Coftantino-poli ritornò l’Armata. La Spagnuola che non potè giugnerla,fer-moifi àMeifina , & il Capitano Generale Venetiano ritornò à Venedacon le Galee , che s’erano armate per i correnti fofpetti, oltre l’ordinario corpo. Non così fàcilmente aifueratto Solimano à Imprefe non potute confeguire, nè di far fparger il Sangue à fuoi , fenza cambiarlo in acquìfli, ed in trionfi molto più apprezzati, trafportoiìì invn gran furore • Gli eferciti Cefareo, e Tranfiluano, che già lafciam-mo alla fronte , battuti egualmente da mortalifime infirmità , s’ erano ritirati da loro fleifi à quartieri, per donerà prima flagio-ne , vfcir di nuouo alla Campagna rinforzati. Deliberò il fiero Tur-