70 DE’-FATTI VENETI fuo Vicegerente quaggiù , e che li habbia il Prencipe con più pa" terna carità, e predilettione teneramente amati, protetti, e con* feruata, e cuflodita loro con indifferente bilancia la pretiofa libertà. Corfe, né fi nega , al primo diuulgato fufurro tutta la gente in Piazza, ma trauagliata, non per trauagliare vi concorfe. Furono mefte, non temerarie le voci ; furono per aggiugnere, non già, per torre, ò per intepidire la coftanza negli animi de Padri, dei¡¡“»uo C^e Ambito fi conuocarono nel lor Senatoà confiderar’, & à rifol-' ' uere in quel cafo eftremoli più fpediti, e poifibili rimedi;, quantunque tutti contefi da inefplicabili difficoltà. Confideranno, la República precipitofamente caduta da quell’alta gloria, che fpe-raua da fé flefsa di confeguire, e che da luoi accreditati Capitani le veniua afiicurata, ò combattendo, ò non combattendo. Senso/™ ¡pc. tiuano il Rè di Francia in Lombardia àfcorrerei Campi, ed at-r,cuh■ taccar’i Luoghi con rapida felicità. L’arme Ecclefiaftiche nella Romagna moltiplicauano anch ellel’Imprefe, egli incendi;. Al-ialita da effe di nuouo Faenza,& efpugnata la Terra, s’erano con-'rc&ifli dotte á combattere furiofamente Rauenna. Quelle di Maffimi-cbe »lila liano montauano l’AIpi; Ne calauano in copia nel Veronefe, ¡(¿'magna- & Iftria, e fi conduceuano artiglierie, e munitioni da alemanni Trento giornalmente. Vdiuafi da Napoli poi di tutto punto alle-‘pani™ ft^ta, & alla V eia nella Calabria, e Sicilia quella grande Armata Spagnuola, ch’erafi andata di continuo preparando. Da Ferrara, fcriueua Luigi da Mulla, quiui allora Rapprefentante, e Vi-n^oU.d‘ cedomino per la República, che il Duca Alfonfo s’era tanto rallegrato di quefte publiche difauuenture, e tanto ancor’eiTo inga-ìutiid¿ucfl gliarditofi ne’fuoi gran penfieri, che hauea fino principiato à diFenara concitargli contra il Popolo, per porgli in vn manifeilo azzardo la vita. Finalmente, à fimilitudine di quelle procellofe tempelle, nel cui colmo s’odono fèmpre nuoui naufragi, e nuoue fuccedute perdite, fopraggiunfe dal Campo al Senato vn Corriere itraor-dinario con nuoui occorfi moleilifsimi accidenti. Che più Tempre fiandaffe annichilando l'efercito con le fughe . Che quello mTauuifi del Rèdi Francia crefcefie ogn’hora, e nel numero, e ne fuoi d senato, trionfi. Le Città , e i Popoli coflernati, e confufi d’animo ; e fpe-cialmente, che Breicia, fiata in altri tempi, trà non minori calamità, vn vero efèmpio di deuotione, e di fede, oramai foprafat-ta dal timore, per pleffa, e titubante fi dìmoilraife. Fecero tali peggiorati auuifi difciogliere per allora la conuocatione del Senato, e rimettere al Collegio di configliare, e proporre il feguen-te giorno que’partiti, che meno duri, e difficili fi haueiTero potuto più propriamente, e céleremente prendere in vn tempo di tante