304 DE FATTI VENETI Penetrati fino allertigliene, fe ne impadronirono, eriuoltatele poi contro de’ medelimiFrancefi, reiiituirono loro le rtragi, che haueano prima da quelle in fe rteffi attrocemente rifenti-te .Feceroà forza diferro,edi fuocovn’horrido macello di poco meno di ottomila Fanti. G li altri, fortunatamente fuggendo, faluaronfi, e la Caualleria, fempre fiata dianzi immobile, videfi allora veloce à ritirarfi, e codardamente à correre quafi tutta in-leriafuggc tera in AlefTandria. Rimarti gli Suizzeri padroni del Campo,ri-2m,Qs mafero anche fuoi li Carriaggi, con ventidue gran pezzi di artiglierie. Si cótarono però ancod’efsi cinquemila parimenteeftinti, tra quali fpecialmente quel Capitano, Montino, che perfuafe 1’ animofa Imprefa^rietrarono fartofàméte in Nouara;e quiui fi po-feroà meditar d'intraprendere altri fatti infigni. In AlefTandria i Francefi all’incontro timidi ,econfufi,e fenza più fperanza per loro,difperatamente rifolfero d’incamminarfi verfo il Piemonte, r nfoiuo 'Per indi ricondurfi in Francia. Andrea Gritti, che trouatofì ’torni*' f anch’eglineH’efercito,haueaconuenutofeguitare la comune for-Francìa. ' te, non mancò di tutte le ragioni, per rimuouerli da quel fouer-Giìtu.tgii chio fpauento, e preci pi tofa rifolutione ; Come anco procuroro-*n'rlutino no con i’efficacia maggiore il Triultio, eia Tramoglia > Ma deluderli benche fia il timore coni porto di gelo, non fuanifse però, come il gelo,al fuoco. Quei caldi offici/, anzi, che maggiormente Ioim-5* ai -ya»- pietrirono in coloro. Più deliberati, che mai salatamente parti-mJda°£tti rono, e benche i neon trailer o più fquadreal piè delI’AIpi, che veniuano, per feco giuntarfi,in vece, ch’elle mutafsero loro di propofito, efsi le perfuaderonoàfeco ritornare indietro . Vfci-ti li Francefi in quefta maniera d’Italia ,rimafe il Gritti nel Mila-. h nele fenza faper, che operare da fe folo in quelle parti. Diede con Grufimi» grande afliittione contezza di tutto al Senato, & ei compatendonei j ¡ine J0) gli concedette, dopo quattr’annidi trauagliofifsimo peregri-naggk),giurta licenza di ritornarfenealla Patria. Giroffi vn’altra volta Milano, e tutte quelle altre Città,à feconda de’ foffij della variabile Fortuna, qual foglie al vento. r Ciafcheduna mandò Ambafciatori allo Sforza in Nouara con altre citta humilifcufè, diliaueregià conuenuto obbedire alle tante violen-fbiforci. tinecefsità,eg!ieshibirono del danaio,per guadagnare facile il perdono. Milano, più generofa, e ricca dell’altre , fù la prima à darne efempio col pronto esborfo di ventimila ducati. Così fecero, à mifura del loro potere, tuttel’altre, ed eicortefementeabbracciatele, e rientrato nel dominio , fecondo , che gli veni-ua contribuito il contante, esborlaualo agli Suizzeri, non mai però à ragguaglio di vn Prencipato barteuolméte retribuiti. Non fa pendo la voracità ciò, che fia abbondanza, auidi fi portarono da poi