758 . 'DE FATTI'VENETI quell’afTedio, e togliendoti dal Campo li tre mila Fanti richlerti, vi fi farebbono diminuite contiderabilmentelemilitie,nè proue-dutoiià Genouaàbaftanza. Nell ifteiTotempo, che intalguifa agitatamente configliauanfi, arriuòloro vna voce, che tremila Fanti a ppunto,rn? ndati dal Rè di Fràcia,foiTero tofto per giugne-ctìe u mi- re in AlefTandria.il tempo,il numero,non poteua meglio adattar-miìZFami. ^ all’vrgenza. Subito inuiarono ad erti incontro vn’ordine, che paifar douefTero à Genoua, per rinforzarci TriuItio,econ quefta confidenza rimafe tutto intero il corpo dell’efercito à tormentar’ ed à combattere Pauia.lnnalzatefi contro d’eifa duque di qua,e di Bjttono ladel Teiino le artiglierie, tutto vn giorno,ed vna notte, non cef-vauia. fando inai di colpire le muraglie, ne diroccarono tanto fpatio,da poterui darecommodamente l'aÌTalto,e toccò alle genti della Re-publica di eiTere le prime ad andarui;Ma nel dirtribuire il Duca d’ Vrbinogl’ordini, venne agli Suizzeri vn penfiero di non intera prótezza in obbedirlo,per Io che irritatoti,colpì di granjferita su I capo vno di coloro, che più degli altri gli ti efprerte renitente; e col Cannone poi, contro di eflì riuoltato , pofeli al douere. Fù 1* Dandole v atfàIto de’più rifo!uti,ede’ più feroci vedutili giammai. Antonio »folto- da Cartello, che primo vi entrò con le truppe Venete, fece gran pruoue di fe rteifo. Per fecondo vi andò San Polo. Per terzo lo Sforza con le fue mijitie,& il Duca d’Vrbino,fmontato da Caual-lo, e fatti {montar parimente ducento huomini d’arme de’ fuoi,fi fpinfepur'eglhtrà i primi. Scarfo era il numero degl’aggredi-ti ^¡pcr difenderti in vn tempo da tanti aggreiTori. Le artiglierie, piantate oltre al Tefino,colpendofuriofamente i ripari, e ruinan^ do, ed vccidendo, fcemauano loro il potere, ed accrefceuano notabilmente il terrore .Tuttauolta ti mantennero gran pezzo fen-za mai volgere la faccia, e fino,che sforzati à ritirarfi,dierono adito agli affalitori di entranti; fopra tutti il Duca d’Vrbino>fegna* Trendtn- landofi nell elporfì, nel combattere^ nel dare agli altri vn coraggioso eièm pio. "Non fu il facco di molta importanza per li due, che haueanogiàdifertata precedentemente Pauia. Circa ottocento foldatirertaronuidal ferro vccifì ;econ quelli,che poterono ìaluarfi, e con molti altri del Popolo, ritiratoti nel Cartello, Galeazzo da Birago ; conuenne finalmente pattuire, earrenar ctffi- ^fi, falue le vite, con permifTione agliSpagnuoIi, edai Tedef-chi di andar à Milano, ed agl’italiani alle loro ftanze. Si ientìàVenetialacquirto di Pauia con gran contento, per 1’ importanza fua; per la riputatane dell’armi, e per lelmprefe Houara, maggiori, che ti prometteano ; ficome anche tofto aprirono vo-& altri lontariamente le Porte Nouara,e molti altri Luoghi. Ne portò 1uog " il Senato à Monsignore di San Polo tutte le lodi, e gli applauti;