282 DE FATTI VENETI ne confidò il Rè il defiderio ; fpiegogli tutte le ragioni ; impulfoh lo cò più efficaci eccitamenti, e pregollo di manifellare alla Re-fcrtue'ai* Put>lica la volontà iua fincera, diieco accompagnare la fortuna, smat». e Tarmi. NelTifteffo tempo, che capitò à Venetia il difpaccio del Gritti,altre lettere vi peruénero di Gio: Giacomo Triultio. Egli pureritrouauafiin Parigi allora, ebenche, già flato Capitano di quelli efercitinemici,erafi nondimeno verfoquettaPatriafempre Come Sneo dimoftrato d’animo non interamete auuerio. Effigiò dunque nel-mo Tnui'. purità della fraiè l’affetto fuo, ed infìeme la brama ardente del uo. Ré di pace, e Colleganza ; nefoIJecitò ceierelaconchiufione; e perche meglio, e con tutta fcg retezza fi maneggiaife, fidò il dif-cofianzo paccioad vn tal Coftanzo Ferretto , in cuiafìkurò pieniflìmala vlZuatl Pofe^à. Non fi dirà,che quetti Padri vi difcorreifèro lungamen-¡tuae* te /òpra ; mentre la neceffità, che li cottrigneua , non lafciò loro dubbio nel deliberar fi . L’armi preparate di tanti nemici troppo importauano , per far, chene’Configli vi foffe dubbio, fedi con-giungerfi, ò nò in quella ettrema crifi col Rè di Francia. Decretarono fubito di preftar l’orecchio al propoflo, e deputarono, à negotiare col Ferrerio, Antonio Giufiiniani, Senatore di gran vaglia »altre volte mentouato, e che già caduto prigione coi Gritti in Breicia* hauea goduta la fortuna di liberarfene. Pochi con- Ìretti tra loro feguirono,per vltimar,e conchiudereil maneggio. .0 accordarono per appunto con quegli fletti termini, e condi-tioni,co’ quali era già fiata concordata dianzi TAlleanza tra li fon utiTt me(kfinndue Potentati contra Lodouico Sforza, Duca di Mila-eoHiìtìóni no, e immantenente ne fcritte il Senato al Grittiperche venifTe corroborato folennemente il tutto dalla Maeftà Sua. Si accordò Luigi in tutti gl’altri punti,fuori, che in quello, chepremeua al T^pnvi af-- Senato ragioneuolmente più di ogn’akro.Ricalcitròdi attentile, clicCremona,ela Giara d’Adda douettèroeffere della Repubii-”*■ ri d> ca, non ottante ,che nelTaltra Colleganza erano fiate à lei affi-Mdi gnate, cd haueale dopo con legittimo titolo anco poffedute. Si affaticò il Gritti per ri muouere il Rè da tale inafpettata fua durezza ponendogli in rifletto. Che le flefse cagionigli fi efsi tnterefsi^e te ftcfse per fine allora con-, iferi»»* cor rendo ut fi doueano ad efs e adattar anco gli paffati mede fimi accor-fn-rtSn- dati. Che tentoni fi compongono co n l vgu aglianzjaynon già con tim-unh- par ita ,per che ftan durabili. Che quando rimane [se al Re la Giara-d'Adda , e Cremona oltre à tutto il più,fopr abbondar ebbe anche il tutto alla Maeftà Sua , e mancar ebbe alla Republica ilpiù necefsarto . Che fi fi fondafse la pretensone, perche fofiero incorporati quex Luoghi nello Stato di Milano, fitrouauano della flefsa qualità anche quandoft afiegnarono nell'altra Alleanza alla Repub hca ; e fé pure ft ad-