LIBRO SECONDO. ne di crudelmente, e rapacemente impinguarli di faccheggia-menti, e di rapine , tanto più Io fecero appreifo agli innocenti iudditi,rifparmiando loro in talguifa Phonore, le vite,e le facoltà. Grande predilettione di Prencipe, che più amò li fuoi foggetti, che la fouranitàdifeitelfo; Grande indulgenza, che volle conferuare in eifi incontaminata la deuotione, eiafede, anche da lui alienandofi ; E gran maturità di coniìglio, che feppe in poluere di ruine fparger’alte fruttifere fementi, per raccogliere da effe ancora in migliorata itagione nuoue fiorite grandezze , ed ampliate glorie. Che ie poi continuandoli dal folito non bene intentionato autore à non perdonare ancora à tante moltiplicate iuenture dell’abbattuta Republica, hà paruto à lui, non anco fatollo, di accufare di debolezza, e viltà la detta fanta, e prouidarifolutione, haurebbe ballato, chefifolfe conferuato vn’occhio folo meno ofcuro, eliuido, per intenerirli amendue à compatire con amare lagrime vn Prencipe innocente berfa-gliato, econtra cui sera conuertitoPoro divna Collegata fede in vn barbaro ferro d’implacabile perfecutione. Ma quando anche hauelTe voluto ambi chiuderli con la fua pertinace penna alla Giuftitia, e alla pietà, e prendere vn’inuido, & inhumanodi-lettodi tanti trauagli, e di tanti itrati/, perche non minorare almeno leaccufe,eiedetrattioni, raccordandoli di quei terribili Potentati, che in tempi anch’eifi di ruinofe auuerfità, fi precipitarono difperatamente in rifolutioni peggiori ? Tralafciandofe-ne molti, e molti, perche non fouuenirfi di quei cofpicui Padri Romani, quando, rotto, e diifipato loro da Galli Peiercito fotte le mal’andate condotte de* Fabi ;, non folamente concedettero all’altre Città, che apriifero le Porte à nemici, ma fi ritirarono eglino fteifi dalle muraglie;tutti fuggirono co’più pretiofi Capitali nel Campidoglio, e lafciarono libero, e fpalancato il varco all’inuafioni, ed al facco dell’abbandonata Città ? Perche non rammentarfi d elfa parimente, quando rileuata à Canne dal valore di Annibaie Cartaginefe vna generai feonfitta, reftò quel Senato forpreio da tanto fpauento,che, fè il Vincitore, in vece di perderli in Capua, prolèguiua le offertegli conquifte, fuccede-ua allora il fine di quel vallo Impero ? Perche non penlàrfi de* Cartaginefi allora, che cedettero volontari; alI’illeiTa Roma,per vna fola marittima giornata perduta, l’Ifole di Sardegna, e di Sicilia ; fi condannarono tributari; ; e battuti poi da Scipione in Africa, riconobbero per gran fortuna di poter figli proftrare ai piedi ? Perche non degli Aragonefi, Rè di Napoli ? perche non di Lodouico Sforza, Duca di Milano, che non alle flragi,nè agli interi fucceduti eccidi; decoro efèrciti ; ma alle fole capitate voci della