7oó DE’ FATTI VENETI Così terminò con quefti piccioli accidenti l’anno ; nè altro oc-corfedieiTentiaIe,cheIa morte del Doge Landò, fepolto in San-nllttl toAntoniadi Gattello, e lagrimato daH’vnìuerfale della Città , da' per l’egregie, ed efemplariffime dot i, che lo adornauano, confo-landoneben pretto il pianto Francefco Donato, che gli fuccedet-te » Senatore di vaglia, e di merito corrifpondente. 1546. L’annonuouo portò feco non troppo buoni gli annunti; per più femidi nuoue difcordie, che fi andauano fpargendo trà le Corone di Francia, c Spagna, contra la pace frefcamente, e folenne-Edel Dm. menteconchiufa . Mancò di vita il Duca d’Orliens , fecondoge-ca d'or- nito del Rè Ghrìftianiffimo ; quello,chedoueua riceuere in Dote, htm ' in virtù degli accordati Capitoli, ò lo Stato di Milano, prendendo in moglie vna figliuola dell’imperatore> ouero la Fiandra con ChJlcordi a*tra R^Ferdinando accoppiandofi. Venne per ciò in quefta i¿fefare ! parte, ch’era la maggiore, à fconuoglier fi da’ fondamenti l’accordo , Aggiugneuafi, che il Rè Francefco non hauea mai fatte le douute reftitutioni al Duca di Sauoia ; e perche da tutte le parti fi promuoueflTero difcordie, e confufioni, afpirando fempre il Pon* tefice à infignorirela Caia di Principati^ già caduto dalla fperan-za di ottener il Ducato di Milano, fodisfece d’im prouifo da fe ftef-fo al proprio defiderio . Tolfe Piacenza, e Parma alla Chiefa, à cui Giulio Secondo haueale amendue incorporate,ed inueitiui in neffìml feudatario, Pietro Luigi, iuo figliuolo, con la corrifponfione an-Ducato ldi nuale alla Santa Sede di otto milla feudi, econlaceffioneinfieme Tarmat 6 di Camerino, e di Nepi, in cui poco dianzi haueaui inueilito il Ni-poteOttauio. Rimaito dunque il Ré di Francia priuo di più poter conièg ui-re, per virtù di accordo, e di Nozze, il Ducato di Milano, eglida vn canto ritornò à penfare d’impadroniriene con farmi, e Cefare, TnfaxMo doppiamente aggrauato di lui, e del Pontefice, non era men’egli dijìtifjMK per iòfFerire, che tenefie il primo occupato ancora il Dominio al ilio congiunto, Duca di Sauoia ; nè che il fecondo hauefiè potuto, non folodiigiugnere in perpetuo dal medefimo Stato di Milano , Parma,e Piacenza, fempre Itati membri fuoi, ma priuare di amen : due la Santa Sede. Benche fi alterailèro grandemente per tali difpareri gli animi,e che nulla temendoli Paolo, nulla fi ritiraife dalPInueit itura, già fatta, del Ducato nel figliuolo!, faluarono per allora nondimeno SpS.efe l’Italia da iuioui eferciti, & incendi; legraui moleitie, che fi prò-uocarono in Germania nello iteifo tempo all’imperatore , e che Vii continuaua il Rè di Francia nel iuo proprio Regno gagliarda-Ve'iort1 mente àfentire. *s'JY° ConuenneCefareagitatamente penfare a’Prenrìpi Heretici . In