LIBRO DEC1MOQVARTO. 547 pero, fouranopel trionfo,fi difenda fpecialmente la Republica, rotta, disfatta infieme colfuo Prencipe confederato ,contr a vn Ce fare, ven-dicatiuo, inimico, e piè inimico quanto vittoriofo. Ma fi concedile anco refiar poffa fuperiore il Rè di Francia, chi può prefagire de'fu oi fuccefsiui andamenti meglio della memoria yfempre deplorabile, e cicatrizzata de’ paffati cafi? Documentano gl'efempi, per prono/lìcar dell’auuenir e fin entro alle fi elle. Bafii il foto riflefso agli trafcorfi accidenti di lume Efficiente, per ben congetturare nelle di/pofitioni di quella Corona ¡amicale cocatenata ancor in quei tempi con noi.Eh,che potrebbe in gratta fare di più la Republica per Francefco di ctò,ctiellA già fece per Luigi,impoffefiandolo con l'armi fue dello Stato di Milano, e non mancando da lei di coronarlo ancora del Regno di Napoli? Ad ogni modo tacqui fi atofi gloriofament e à luiì dinenne fir omento à noi di deplorabiliperditeì e farebbe fiato dell’vltima defolatione, fe non fi {offe degnato il Cielo di proteggerci ad onta delle trame \ de II* infidi e, e delle tante auuentateci perfecutioni. Si come ne'priuatifono l'efalta-t ioni àgli honori mutation de’ genij ycosìne' Prencipi deueft apprendere dall’accrefcimento degli StatiCalteration delle mafsime; e*lcambiamento/1 difcioglimento degl affiett i, da v ri aggiunta forz^che viene ad eccedere l' Alleata parità. Non hà bifogno di ni uno chipreualc à tutti. Vna poca parte fmembratafaremo noi, per effere dall'eccefsi-ita del vincitore afsorbita. C i fiianoper tanto lontani, e Ce far e, ed il Rè di Francia ; la lontananza de'più forti fempre conferente efsen-do. Vadtno à combatter fi l* vno contra f altro in Ifpagna, dotte, nè le loro vittorie ynè le loro perdite faranno per colpirci ; ed i piccioli frag-menti , che rimarranno di loro trà tanto in Italia, riceutno la lei?e dalia nofira fupericritàjnvece, che noi alla loro s'inchiniamo. Orò il Mocenigo in queftafentenza, quando Marc’Antonio Gornaro, vario diconfiglio, come firn ile d’vn’alta virtù , dipendendo, fi efprefiein ioitanza. P areràfir ano , fapientifsimiSenatori , che alla vofiraperfpicace intelligenza , folita à fc egli ere da' più ofeuri , e difficili mi fieri la luci-dezza del meglio , ora tenti erudita lingua d'intorbidare la più lim-pida, e facile materia, che fiapgiamai, in queflograue confefso trat- trario % tata. Eh come potrà fofienerfi conferente alle no fir e pr e Centi debolez-zejhe farmi aufiliarie ci abbandonino ? Che la Republica pofsa meglio fola difender fi in Italia contra vn Cefare, che afsifiita, ed accompagnata davnRè di Francia, fuo Confederato} Vede ben anco la. virtù opponente,che non fono quefie ragioni conciliabili,e pafsando per ciòauanti, vuole difiruggere lacertezza del benprefente col varici* nare de’ mali dubbiofià venire. Prefagtfse, chepafsando in Italia in> per fona il Rè, vi attragga necefsariamente Cefare Che amendue qui combattendoft, habbia l’vnofopra l'altro à preualere,e chepreua* Zzz 2 len-