LIBRO VNDECIMO. 425 nemici Milano, haueano Iafciata Pauia molto debole, afpirando egli ad alcuna importante Imprefa, andò fotto ad accamparmi!. Fatto gran cafo Profpero di quelI’euento,màdouui fubito duemila Fanti, che anco felicemente vi entrarono; Ma ne anco per ciò fi Smarrì di cuore Lautrech. Rinalzouui due gran batterie,e difìefe preño à terra molte braccia di muraglia.Gli Suizzeri allora co la loro naturale ferocia pretédendo quegli fpatij fufficienti, per pre-sétarui raffalto,egIi non vi acconfentì.Già principiatafi à lauorar vna occulta mina fotto vn gran Baftione , fperò, che perfettio-nata, e fattala volare, rsndeife imponibile à quei di dentro , nel’ affrontarfi,nè il difènderfi. Differi^ofì dunque da lui di approifi-marfi al cimento , per meglio ageuolarfelo, gli auuenne quello, che facilmente fuccede à chi , attendendo di acquiftar’anche il poco, cheglimanca, confuma, e perde il molto, che da giàpof-fiede . I lauori della mina portarono più à lungo il tempo del fuppofto. Alcuni Cannoni, che fi afpettauano da Lodi, e da Crema , per moltiplicare le batterie, mai finirono di comparimi, e in Vrorptro tanto aifetatifi da Profpero in Milano tutti i fuoibifognivfcìin colonna à Campagna col pieno delle forze, e fortificoffi à Binafco, otto mi- n,t!'^C0‘ glia dittante deH’affediata Città. Quefta vicinanza de nemici infinitamente fconuolfe à Lautrech i fuoi difègni. Seintraprende-ual’afralto, efponeuafi à rifchio d’effere lui Taifalito, e tagliato à pezzi . Temea nientemeno della dilatione , già cominciando à patir di viueriper le gran pioggie , c'haueano in quei giorni allagate le ftrade, e gonfia te Tacque del Tefino » Ma frattanto, eh’ egliintalguifaagitauafi , e che anco gli Suizzeri, non fodisfatti. delle loro paghe, gli aggiugneuano degli altri difturbi, fi auanzò Profpero da Binafco alla Certofa , per cinque miglia vicino , chefinìdiperfuaderlo à dar luogo ,& à sloggiare dalTaffedio . Lautrech Praticò ciò nondimeno più con indicio di coraggio, che di paura. ^ ntna* Andato à por fi al nemico in vicinanza , fece entrare nello fteifo Luogo della Certofa le militie Venetiane ; ed egli alloggiato con f gufico- 1 p t ' p io* i* r • r r . 1 1 , duce leici- le lue rranceii, e con le Suizzere di fuori, li dilpole in generai bat- no. taglia. Profpero non flimò bene di accettarla . Quando vide liberata Pauia dal pericolo , mandolle viueri, e genti à fufficien-za, nè per allora pretendendo di vantaggio, fi licentiò da’nemici, e ritornò à Binafco nel fuo primo allogiamento . Veduta gli Suizzeri à fuanire allora Toccafione di occupar, e di bot- ffrnJlli tinar Pauia, ritornarono inficientemente à richiedere il paga -Binafco. mento de’ loroauanzi, proiettando di andartene alla Patria , fe Suizzeri non veniuano loro fubito esborfati. Procurò Lautrech dolce- tumultua• mente di acquetarli; Aificurolli, eh era già peruenuto in Arona plTtlfrf. il contante, e che tollerando vn poco, ¿ariano rimafti fodisfatti "/!’eVe' Hhh Ma