410 DE’ FATTI VENETI di paragone, per cimentar le falde amicitie, esliibigli immutabile la lua coftante fmcerità. Paffandopoi fenza indugio dalle hftlp* premeffe agli effetti , deliberò vna leua di iei mila Fanti Italiani ; Ordinò à Theodoro Iriulcio * ch’era GeneraPancoradell’armi Ìue » che doueffe trasferirli vicino all* Adda con tutto Io sforzo poffibile, per tragittarfi oltre al fiume ad ogni bifogno degli inte-gùM. l'effidel Ré di Francia ; E à Paolo Nani, Capitano di Bergomo, 'Mebit comandò,che doueffe feguitarlo anch’egli. Giunfero al Rè quefti fentimenti del Senato in tempo, che già precorragli la notitia deì-l’inafpettatarifoIutionedelPapa , hauea sfogato con acerbe la-mentationi l’impeto primo dell’ira, edellofdegno,es’erapoi rir uoltoad apparecchiarnei rimedi;. Rimandò in fretta Lautrech in Italia, con ordine di raccogliere in vn corpo tutte le militie, tmtsch di formar Wefercito di vaglia , e di prouedere di buon prefidio vinwotn ogni fua Città ; Commife iollecita la macchia di quà da’ Monti à ~ fei mila Venturieri, e mandò patenti agli Suizzeri > per leuarujt diecimila huomini, fperando di ottenerli per vna conuentione, vltimamente con loro accordata. RTceuuta poi nel maggior1 ardore di quefti fuoi apparati lacoftanza , già efpreffa,del Senato à màtenerglifi vnito,edefpofto iècoàtuttii rifchi, rincorof-(ì tanto più nelle fuerifolutioni, e confidò» che anco foffe, per {porgergli tutta la mano il Duca di Ferrara, non manco di lui mi-{fwwf nacciato. IlPapa, e l’imperatore dall’altra parte, niente meno affrettauano tutti gli apparecchi. Ferdinando, fratello di Carlo, 'ttrdintd* condottoti à Vilkco , andaua iui raccogliendo i fanti Tedefchi comandati, per appianare i j cui auanzamento,fece anco ricercare incero a il à quefti Padri la concezione del paffo . Impropria la dimanda, ggjgi non fu riprenfibile la negatiua. Efcufaronla con Pòbligo della fe-f t elitre de verfo il Prencipe confederato , e perfoftentarlain ogni cafo 0 nega ' con la forza ancora, penfarono nello fteffo tempo a i ripieghi. Po-teuanoi Tedefchi entrar’in Italia per tati Luoghi, ch'era imponibile Io impedirli. Deliberarono tutta voltai Capitanidell’eferci-to di erigere!trà Lonato,e Peichiera,vna Fortezza, accioche dé-tro d’effa,ed intorno condotofi refercito,itieciefimo,alcendente à ottocento huomini d’arme, fei cento Cauallileggieri, e fei mila Fati,quiui poteffe,fpuntado da qualunque parte i nemici, fermarle combatterli, Notificatofi à Lautrech il penfiero,per intendere ancheilfuo prima di eieguirIo,nóioIamente Iodollo,ma rifpo-fe di voIer’andar*anch’egIi negli fteifi luoghi co le fue militie,con-fefsando quello il miglior partito, per difendere il Ducato di Mk lano ,. Dopo però di hauerlo sì pienamente approuato, can-gioffi di opinione. I>iile » che non vedeua poffibile d’impedire per tóibijoalcunol’ingrefTp, e l’auanzamengp in Italia a’ nemici; e