4oo DE FATTI VEN ETI delle due Corone Germana, e Spagnuola, non folo gli toglieua la Speranza di più occupargli il Regno di Napoli, maprecipita-ualo in vn gran timore del fuo Ducato medefimo di Milano. Mentre,che per lecofefinoà quìaccadute>andaua riuogliendoii quel Rètràimmenfi penfieri, giunfe vna voce maggiormenteà perturbarlo.Prima deH’attuntione di Carlo hauea dubitato,ch’ei potette penetrar, come s’è già detto, armato in Italia, &indi àRoma,per violentarli Pontefice à dilpenfarlo dal giuramento preftato nell’I nuefiitura di Napoli ; Ora, che haueala confe-guita, diuulgotti, che fotte certamente per venirui congrand’-efèrcito, fotto prefetto di prender l’Imperial Corona . Ciò notabilmente,aggiuntofi alle antiche pretefioni de1 Cefari fopra la Prouincia,& al genio faftofo,e tremendo di Carlo, ftimolòFran-cefcoà noframettere più indugio per pattare da trauagliofi pen-fieri à folleciti prouedimenti.Comprendeua douer nauigar per le Itefse gelofeftuttuationiil Pontefice,e il Senato Vene tiano,onde fi gittò à ponderar’ad amendue la necettità, che aftrigneuali al riparo di v na tanta difpotta inondatione. Non hebbe la Republica quali, 'tcn dubbiò alcuno,per pròtamenteadherireall’inftanze dellaMaeftà avvali Sua. Viuea la Lega; Viueano le obligationi reciproche; Andaua h.nipu’-e I'interefle,ed il pericolo del pari;Ancorche foifedifommoriiìef-tb'Vè fo vna publica dichiarationecontra vn tanto Prenci pe,for patto il pronti. Senato in ogni modo qualunque riguardo, per conferuar fempre terabilela Sincerità, e la fede. Ma il Pontefice , che hauea col Rè B-i vapa trattato con altrettanta fintione,fe da vn canto temea di Cefare y Miinguo- pauentaua daH’altro niente meno della fouerchia grandezzadel Rè medefimo in Italia . Apprendea,nèfenza ragione, che forten-do ad etto di abbattere l’imperatore, lì auuentatte incontanente ad attalireil Regno di Napoli ; Che felicemente l occupatte» e che occupatolo, feguitando l’efempio del fuo predecettofeCarloot-tauo col Pontefice AlettandroSetto, andatteàbaciargli in Vaticano il piede. Combattuto dunque da tali faftidiofe ponderatio-ni,rifpondeua al Rè con buone parole ; Moftraua defiderio di confederarfifeco; Ma ogni qual volta ttrigneafi all’atto di porre in carta, e fottofcriuere,faceua nafcere qualche difficoltà di mezzore ve Io impedia. Frà quefte difcrepanze,e dubbi; non fi tro-uaua né anco l’animo di Cefare libero in tutto da graui cure. Fallace non era la fama dei ino venire in Italia , e comprendeua ancoragli, quanto la Republica, collegandofi con lui, haurebbe l$rotoie' Po^to altamente conferire à fuoi grandi oggetti. Volendo perciò dei.Vijìe(fa tentarla, e fa pendo, che per calcar Vn difficile fentiero, conuiene prima appianarlo , procurò di terminar le controuerfie de’ Confini, lafciate addietro dal defonto MattimiIiano;nè fece peruenire al