da d’ingoiar l’altrui, imperando il Mondo, finilTe dì rouinarl, all’intero. Parto dell’Onnipotenza il miracolo non acconfentì , che in quel generaleccidioGiuftinianofi tarpaiTero alla grand’ Aquila tutte Fauree penne. Vna pretiofane ierbò rinchiufain iacro Chioflro, dalla cui Temente ripullulatone il Tronco, fene dilatarono più che mai fruttiferi di glorie nuouamente i rami. In vece dunque defiere l’alta voflra ftirpe dalle trifte greche fiamme tutta, e per Tempre incenerita, anzi allo fplendido Patrio lume ringiouenitafi, ecco V. Serenità, qual Fenice col Capo , e col Manto d oro aTceTa sù la Tommità dell’Arbore 3 eccola nellalto Trono 1 uminoTamen te á incoronarlo 3 ed ecco ben giù-fto, che ie il rimailo gran rampollo religioTo fù 3 e Te tra gli altri infigni ipuntati germogli fino fioritone vno Tantificato, trionfi anco Totto i voflri pietofi auTpicij la religione 3 Che TeTem-plariisime vofìre doti viuino Tempre al Mond® vn chiaro efcm-pi‘03 gli ioftenuti qualificati maneggi, e le più eleuate reali Am-baicerie, da Voi Topra le veftigie de’ gran Proaui illuftremente ricalcate , norme incancellabili rimangono 3 e finalmente, che le per tanti miracoli di redentione, e di grada, eleflegià il Cielo di collocarli Deftino in voi, refti anco neU’immortali memorie delle publiche preTenti felicità quella infierne del glorioTo vo-ftro rrencipato eterno. Orai piè di vna tanta Pianta, chegratioTamenteombreggia Totto le benigne frondi, e con FeccelTaMaeftà dalfombre catti-ue tutelarmente difende, ardiTco proflrarequefta Tecondafatica mia in vn Tecondo non picciolo volume, limile al primo, mentre nel terzo Tuda oramai à gran cammino il Torchio, e continouo in-ftancabilmente il quarto. E1 vero, che molto più confinando con la morte, che preifo al viuere vna TopraTettuagenaria, gra-uemente indiTpofta, e non mai ripoTata età, può il mio troppo defiderio di tributarla per anco alle glorie della Patria imputarmi di poco memore del debito tributo àDio. Ma non correndo dentro all’eftafi le horologiche polueri del tempo, ed eftatico eT-Tendo Tempre flato da* miei primi anni à quefì’adorata República, il diuoto Teruigio mio, poflo tutt’hora ancor Tperarmi da corfi mortali nulla oifeTo. Hò rinouato, e rinouo lo ipirito, Tcri-uendo. Sino, che bagno nelle publiche ineftinguibili glorie la Tu-data penna, diiiecarnon fi potranno mai gli meicolatiui Tudori miei