466 DE’ FATTI VENETI tanto ,che à tali,edà tante infìrtenzeandaua la Republica più to-ugatri ilo con indifferenza reggendofi, e protrahendolefuerifolutioni, 1ctfau,e inafpettatamente fi vdìconchiufo dal Pontefice il Tuo già intro-e(«Tc5- dotto negotio col Vice Rè, e mandato da elio in Ifpagna l’Arci-d'tmi. uefcouo3i Capila, per ratificarlo. Conteneuano i Capitoli. Pace, e\Colle ganza perpetua tra il Pontefice, e l'imperatore. Obli- lo vicendeuole di quardar , e di fendere il Ducato di Milano cantra "chi fi voglia fittola Signoria di Francefio Sforza. ‘Tenuto Ce fare àpatrocinar ,e cuflodtr lo Stato Ecclefiaflico} quello di Firenze, e la Cafa Medici, à cui conferitorefi doueffero le pr eh eminenze , c^e oramai autoreuoli\vi pofsedea ; e fofse ri fermato luogo alla Republica di entrar anch'ella in Le^a nel termine di venti giorni Diede quello accordo grande occaiìoneal Senato di penfare alle confeguenze importanti, che in qualunque modo portaua le-co Io deliberarli. Molti coniulti variamente dibatteronfi, ed alla fine decretatoli d’inuiare perfona publica, ed accreditata, à Timo Milano,fuui eletto Pietro Peiari, perche introducete qualche MdJno% trattatoeoi Vice Rè, in maniera però riferuata, e cauta. Non Tul fncT rallentaua frattanto anche la Reina di Francia le fue infiftenze, -Min,ih, ' per condurre la Republica ne’fuoi infocati defideri;, epermag-«SlL giormente rinforzarle,i nuiolle per elpreifo il Velcouo di Baiofa, & Ambrogio da Firenze . Ma in quello iilelfo tempo, cheandauafi trattando, & agitando nettarmi, nei negoti; ,e nell’incertezza di tutte le cofe3 fopra-uenneftrana, improuifa, ed importante nouitààdar motiuodi grauiflimi riflefli. S’introduffe dentro à Milano il Marchefe di Pefcara con tre mila Fanti, e grofso numero di Caualli ; Publicò il Marche d’efserui andato d’ordine di Cefare, per prendere il polfeffo di quella Città*, nè Quroifidicontrauuenire a’ Capitoli, recentemen-Tom-^ te conchiufi, alle tante ratificate promeffe, & alle viue, nè mai cef-‘r!rTe/a- iàte inllanze di Sua Santità, perche fi douefse inuellire in quel "• Ducato Francefco Sforza, legittimo herede. Troppo grande, ereprenfibilela rifolutione, liudio il Pefcara dapoi di coprirla fotto lafcorza di vn’inuentato prefetto. Inuentò, che s’eratro-ueithnT uato coftretto Celare à ciò fare da vn penetrato maneggio dello TdìfToi. Sforza con la Republica,per donarle il Cartello di Milano,eten-tòin tal modo di nafeondere con IafaI/ìtà,I ingiurtitia. Commof-ii da vn tanto accidente quelli Padri, meglio pentirono al nego-, tio,chehauea già principiato ilPefaricoI Vice Rè. Vollero,che, fofr'd' e,i prima di trattare,fi douefle terminar ciò, che far doueafi di Fran-f££$ cefeo Sforza, il quale, fe hauea da interuenire anch’egli, come »voluti. Prencipe, nella deliberata Alleanza, non vi il poteua ammette-refenza Prencipato. Ma quando è fconcertato il cuore, non sa par-