206 DE FATTI VENETI così potè profeguire nelì’incomindato cammino. Copriuanol^ acque, per le pioggieecceffiue cadute, tutte le ftrade d’intorno. Quei dentro alla Baftia, documentati dal primo pericolo, haue-F u uano tagliati gli argini del Pò, e fatto inondare generalmente il mi \mp~- Paefe ; onde conuenne sforzata mente ritornar'indietro, Cono-dmenn. iciuta finalmente il Papa rimpoflìbilitàdell’Imprela, epaurofo infieme, chepoteife Alfonfo con 1* Armata fua, econ alcuni le-gniFrancefi aggiuntiui, fcorrere libero, econeccettiui dannili Pò, fi difmife vna volta dal penfiero di attaccar Ferrara, e rimandò lefercito , che haueua fecoà ricongiugnerfi con l’altro, che r trouauafialFinale. Il Triultioall’incontro, riceuuto, che heb-IjirS*1 be lordine dal Ré, di non moleftarelo Stato Ecclefiaftico, pre-teiè» che non gli feruifse, per lafciare in pace anche glieferciti. Era col fuo, come già dicemmo à Sermidi. Quello della Chiefa alloggiaua ripartito trà il Bondeno, & il Finale; onde, non ottante, che fotte ancor’horrida, benche di Marzo, la ttagione, inui-vìil Trmi taualo quella vicinanza d’armi à fuaginarle. Pafsò alla Stellata. steull* tr^ ^uo^° >e Figarolo attrauersò vn Pontefopra il Pò, e ■pex¿¡fedir* concertò con AIfonfo,che fabbricatone anch etto vn’altro vn mi-l>‘ glio di fotto,fi conduceife aH’Hofpitaletto,dirimpetto al Bondeno, con le artiglierie. Mentre attendeua il Triultio à quelli appuntamenti , gli venne fitto d’intendere, che alcuni Causili Veneti fi foiTero tratti fuori, per dare addolfoadvna portionede* Francefi. Mandò trecento lande, efeicentoCaualIi leggierià foprauuenirliimprouifi,i quali trouatoàBellaereFràLeonardo da Prato, che ilaua con vna fola parte de fuoi quiui attenden-Frà Leo- -do l’arriuo degli altri, gli fi mifero immediate intorno. Egli fi Trito Ìc vn pezzo, ma finalmente trafitto da più mortali ferite, cad- cifod gra de prigione, ed iui à poco in mano de’ nemici fpirò l’anima ; pre-ieruatafi prima però da lui,con ecceflìuo valore combattendo, vna buona parte de’fuoi foldati. Dolfe grandemente al Senato la perdita del Capitano, e volle perpetuarne la ftima,e’l nome in vn dorato depolìto equellre nel Tempio de’Santi Giouanni,e Paolo; doue poco prima n’era fiato eretto vn altro à Dionigi di Naldo, di merito e grido non minore, mancato ancor lui di vita fotto la difaltrofa condotta dell’armi. Alfonfo frà tanto, adempiuti gli ordini del Triultio, e pattato all’Hofpitaletto, cominciò à fpararegli innalzati pezzi con-Frmefi tra il Bondeno. Nell’iftefso tempo Gallone di Fois, nipote del no il Bon- Rè Chriftianiflìmo per forella, vi fi auuicinòcon cento Caualli deno' grotti,quattrocento di leggieri,e cinquecento Fanti ; Andò vuoto di effetto nondimeno il tutto. I colpi delle artiglierie dell-Hofpitaletto oltre il fiume, per efsere afsai lontane, vi giugnea-