LIBRO Q_ V I N T O. 191 eshibitioni, gagliardamentebattere ; E che Ciamonte, per vincerla col timore ancora ,fi foiTe di già trasferito, interamente armato,à Rubiera.Queft o auanzamento dell’efercito Francete fece maggi ormente gelofo il Papa di Modona . Haueaui fopra i primi dubi; fpedite le prenarrate militie, ad ogni modo, tanto itimòquell’accrefciutopericolo,chefofpefa perall’horala riio-lutione contro di Ferrara, volle, che marchialfe verfo Modona medeiìma il Duca di Vrbino, & il Cardinale di Pauia con tutto 1* che fofpi-efercito ,e con ordine precipitofo,che venifTero in ogni maniera à cmraFn generai battaglia . Eglino però, per più rifpetti, non vi accon- JJJ-j fentirono. Erano le loro genti troppo delle nemiche minori di da l eferci-numero, & inferiori di militare difciplina, e pattando trà loro Modona, grauiflìmi difgufti, mentre difcordauano negl’animi, non pote-teuano facilmente nelle rifolutioni accordarti . Frà quelli ritardi , e fofpenfioni venne in penfiero àCiamonte di ricuperare la Terra di Carpi, eh e haueuano poco prima occupata gl’Ecclefia-itici; onde vi mandò Alberto Pio,e’l Capitano la Palitta^có quattro mila Fanti, e quattrocento lande. Quando il Popolo, che amaua grandemente Alberto, Ioientì vicino, fi diedefubitoà tumultuare; Nè potendo frenar quell’impeto quaranta Caualli leggieri, e cinquecento Fanti Ecclefiaftici, che vi erandentro vfeirono tutti, e tutti fi auiarono,fuggendo, verfo Modona. Poterono i Caualli col loro più veloce pattò entrami falui, ma non già così la Fanteria ; laquale giunta da ’Francefi al Prato del Cortile, rimafe quafi tutta miferamente tagliata àpezzi. Superata Ciamonte quella poca Imprefa, non più volle trà cofe leggieri carpi. contenerli. Ciò che impediuaà nemici, per lo numero, e per la qualità minore del loro efercito, di venir feco alle mani, inuita-ua lui àfarlo, che n’era altrettanto fuperiore. Approflìmofiìà Modona, e tentolli con ogni ftuccicamento alPvfcita; ma etti non vì fono fodisfacendolo^che di picciole fortite>de!iberò finalmete egli,e Io Modoha-eccitaron’anco i Bentiuogli, che fi trouauano feco nel Campo co ottocento Caualli, e tré mila Fanti di loro propria ragione, di torti di là, e di andare improuifamente all’attacco di Bologna. Per difenderModona, era quella Città rimafta quafi interamen-te fproueduta. Confidauafi in apprettò qualche interna eommot-A»*®*««* tione ; parte di quei Popoli, non ben trouandofi contenta del Pontificio Gouerno , parte inclinata, efattiònaria ancora de* Bentiuogli medefimi ; e fe pure il rifpetto douuto alla Santa per-fona, che vera dentro, hauette potuto cattolicamente ripugnatili > la riuerenza, che vi fi farebbe in.qualunque modo humiliata, pretendeuafi ballante à rifoluere qualunque dubitatione. Deliberatali dunque rimprefa,fi ritirò il Campo Francefe da Modena* ✓