LiBR O DECIMOQYARTO. w necessario tifarlo prima di dar tepo ad Antonio daLeua di rinforzar-fi di più , c prima della ca mparfa di C arlo in Italia -y già titrouandofi Anche all'ordine dt tutto punto i Armata marittima , per andar in ptigltaà congiugner fi con la F rance fé., e per drittamente procedere . Dierono quefti, dierono degli altri eccitamenti gli Amba-fciatori alla Maeilà Sua ; ed il Senato effettuando anche fubitoil promeflò, fece, che il General Pefari con l’Armata lì trasferiffe colà in fretta. Ma giunto chefuui,névi trouò la Francele, nè meno di elfaauuifo alcuno ; onde per non marcirli in quel tedio * fi Generai rifolfediandar folo à combattere Brandizzo . ImpoiTeffatofifa- ÌjJ/V” cilmente della Terrari lafciò dentro GiorFrancefco Giulllniani vnrende . con Camillo Orlino,per efpugnar’ilCailelIo^ egli allargo!!! con ran tzv' I" Armata à teffere, & infeftari mari lino à Capo d‘ Ottranto4 elir no che la Francele pure vn giorno vi fi vedefse comparfa. Fràqueftetardanze,efuccefli olTèruatoli dall’Oranges , che non crefcendo forzedi più à nollri, non poteuanogran cofe tentar’, in Regno , pensò di ben munire le poffedute Città > & egli lanciarli fuori con l efercito à cercar la fodisfàttione del Pontefice,principalmente in due cole. Di foacciar Malatella Baglio- Attentati ne dalla Città di Perugia ; e d’introdur* *e rimettere in Firenze la Cafa de’Medici. Peruenuto quello conceputo penfiero deJI’Ora-ges alla notitia in Lombardia d’Vrbino, temè, che potelse tendere contra ilfuo Ducato. Per ciò più importando il fofpetto del proprio pericolo, che la ficurezza degli altrui mali,nulla confide- veri 1Ud i rò di vantaggio;partì immantenente dall’elercito, c fi portò alla prouifione, ed alla cura del proprio dominio . Sentirono con dif* per difen-gulloi Padri tale repentina lontananza dalle lor'armi del Ge ne-rale. Molto dubitarono, che feruendo ogni colà di pretefto àchi manca, potelferoi Francefi,chegià mancauano à tutto,valerli di . ciò, per fgrauar fe ileflì >& aggrauaralla Republica le praticate loro negligenze .Mandarono al Duca Nicolò Thiepolo co pref- à fanti vffkij, perche lenza indugio doueflè ricondurli al Campo;e Wpta»* per giucar quella calta, ehepiù affai delle parole vince chi hàbi* fogno, Io accompagnarono con tanto denaio, quanto poteua ri-leu a re la condotta in difèla del fuo Stato di tre mila Fanti. Prima però,che il Thiepolo capitafse à lui, egli ritornò allelèrcito. Si erano ingroffate Tarmi de’ Confederati in Regno. Que’ Popoli, all ellremofmunti, & angarizati ,haueano principiato rouinofa-mente àtumultuare »onde l’Orangesper tali accrefciuti trauagli era flato sforzato à fermarli , doue fitrouaua, e così Vrbino , ri-mallo liberocTogni fuo fofpetto, rellituiiTi,come s’é detto, al co-mando. Quiui peruenuto, trouò due buoni occorfi accidenti, Trouò, che MonfignorediSanPoIo, hauendo riceuuto dalla Aaaa FraiK