libro secondo,
nè <*ià ciò fece con ifperanza di poter rimuouere di rifolutione yn gran Prencipe,giàinuaghito di piùfempre in Italia infigno* ririi ; ma perche almeno fe ne arroffiife il Miniitro. Tanto però fu lungi, che à tali rinfacciamene coftui badaife, che anzi continuò à procurare d’ingannar ancora, Dimofìrò rifentirfialviuo nZ'Zf delle imputategli doppiezze. Aflìcurò di nuouo il fuo Rè d’vna ‘¡eiyann<l-finceracoitanzaverfola Republica, e volle fino dare ad intendere , che gli armamenti di Napoli non folfero, che per difender-fidalRè di Francia ,ilquale, venuto in perfona in Italia con armi tanto poderofe, preftaua ad ogni Prencipe forte occafionedi temere delle fue rilolutioni. Si haurebbecon tanti fatti già oc-, cor fi potuto conuincerlo inefcufabilmente di bugiardo ; eie non con altro, ccnvnagrida, c’hauea fatta poco auanti publicare il Vice Rè di Napoli,con cui prohibiua, cheniunofuddito di quel Regno, nè altri fuori d’eflb, della Corona Cattolica, riceueife denari, per preftar feruigio fotto i Veneti Stendardi. Non gli fi replicò però di vantaggio, infegnando la prudenza, che ad altro non ferue il conuincere i Potenti, che àmaggiormenteirri-tarli, e coftrignerli à trattar’, & à perfeguitar alla peggio.
  Ma era tempo ormai, che igrauidi nembi di tante fiere, & hor-ride tempefte, non più fiandaffero trattenendo in piccioli gocciolamenti di fangue, deftinato già eifendo,, che ne rinuerfaife-ro à diluui;, e ne inondaiTero à Torrenti i Campi. Girauano, e lampeggiauano,come s’è detto, le più tenebrofe ofcurità nella Lombardia, fatta già l’Vrna, ò la Conca delle più attroci hoftilì-tà, e delle più miferabili * e Iagrimofe itragi. Dopo fuccedutiui li prenarrati accidenti, e dopo riceuutifi da’ Generali Venetiani gli ordini, e le commiifioni del Senato circa le maniere, e i paffi, con cui doueuano regger fi, ed incamminar fi, molfero finalmente tutto l’efercito da Ponteuico , per auuicinarfi regolatamente all'Adda. Ma ftando per anco dubbiofi ,, fe di paifar’, ò di non paifarquel fiume, trouarono in qualunque modo neceifario ne’ v" loro pefati configli, di non inoltrare più auanti il piede, fe prima ~ non ricuperauano le Terre, che haueuano occupate già i Fran-cefi,e che non doueuan eifi per niuna ragione lafciarieli addietro , ed alle fpalle . Principiarono da’ più deboli, e li racquiila-^c«^. rono ageuolmente tutti. Fecero alto poi à Ripalta, da cui fcac-.perduti. ciarono gli habitatori, per dubbio di qualche titubanza, e dopo lafciatala prefidiata di trecento Fanti, e di cinquanta Caualli, preiero la marchia verfo Treui con tutto l’efercito. Luogo que- E affedù. iti, flato il primo acquiftato da’Francefi, eitimatofi daloro di7>m* molta importanza, gelofàmente locuitodiuano. Vi erano dentro due mila foldati, tutti della medefima natione, e tutti di bella^