LIBRO DECIMOQVINTO. 607 cefloriDuchi, & aggrauauaiìjchefoife flato Tempre repugnante à rimettere fotto il giudicio le loro controuertenti differenze. Per ciò dunque offefo, ò pure mendicando d’eiferui, entrato l’an- 15 36. no nuouo con quefl’armile con queili concitati peniìer^deitinò in Generale dell’efercito PAmmiraglio del Mare,FilippoSciaboto, fpignendolo di primo tratto adinuadereil Piemonte. Queili tro-uò il Duca tanto, fproueduto,e debole, che fubito gli occupò Tu-rino,Pinarolo,eFoilano,edhaurebbefàttoiI medefìmo di Vercelli ,fe Antonio da Leua, Generale de’Milanefì, non vi foffeoccupa pretto accorfo. Di tali improuifì afTalimenti fi alterò grande- ]i™u£ menteCefare, chefermauafi per ancora in Napoli * Pafsò à Ro-?w* ma; efclamò altamente in Concifloro delPinfidiofèformedelRè) e protetto in vendetta di voler condurfi anch’egli ad attaccarli cefart à Regno di Francia . Molto affaticoiiìil Papa per acquetarlo. Il^om'* Duca medefìmo di Sauoia,ch’era pure andato àRoma peralcun compenfo, lagrimofamente prego! lo, non di guerra, ma di vna amoreuolecompolltione, pe’I fuo celere follieuo. Finalmente vìnta la Maeflà Sua da tante initanze,fi contentò di chinar l’orec-chioalnegotio. Anco il Rè medefìmo, per fodisfar’al Pontefice, ntgotb, acconfentì di fpedir’à trattare il Cardinale di Lorena, e rimafero in tanto nel Piemonte fofpefe d’ogni parte Parmi. Condefoende-ua l’imperatore, pur per acquetar l’inimico Prencipe, à cedergli il punto più contentiofo,ch era la Signoria di Milano,contentandoti,che ne foffe inueitito il Duca,fuo terzogenito,Signore di An-golemme. Ciò non piacque al Chrìitianiifima, quanto alla per-fona. Voleua, in vece del terzojl fecondogenito Duca d’Orliens, già maritato,come dicemmo, in Catherina de' Medici,Nipote del Ponteficedefonto. Carlo negò affolutamente di farlo; preue-dendo, per le ragioni vantate dal la Spofa fopra Firenze, & Vrbi-no» fconciata, non iflabilita in tal guifa,la quiete d’Italia ; onde ri-mafeben preflodifciolto interamente il tutto- Partito dopo VIm-che fidi-peratore da Roma, e pattato in Aiti, confidò al Duca d Alua, al Marchefè del Guaito, & à Don Ferrante Gonzaga, principali^«», fuoiCapitanici voler portarli con tutte quelfarmi in Prouenza; ilche anche fubito effettuò. Trafèriflì à Nizza,edoue comparfe ^ poco dopo cinquanta Galeeguidate dal Doria*per andar fpalleg- za. giando con eifePefercito, incamminoifila MaeftàSua verfoicó-fini della Francia, e fi fermò nella Terra d’Aix. Et^ix. ' Ma in tanto, che quiui fi trattiene, nulla tentando, per tentar il meglio, il Rè di Francia, giàcondottofià Lione , hauea^A^ raccolto vn potente efercito di Alemanni, eSuizzeri, per opporli validamente al nemico, e cercando ancor’altroue di moleftarlo . gg®* tramaua vn concerto con alcuni Caporioni Italiani, perche pai faffero