708 DE’ FATTI VENETI tuttivnformidabileefercitodi ottantamila Fanti, edidiecimila Caualli, Stabilitifi in quelle gran forze, maggiori di quelle di Ce-cbeprega- fare per metà, fi riuolfero à pregar di due gratie laRepublica ; L’ np°Jhca% vna » di non concedere il paiTo alle militie Papali, eSpagnuole; g,rane. L’altra di qualche denaio ad impreftito . Quanto al pafìo era già ttfllafe flato conceduto, già s’erano quelle genti tirate auanti ; onde w fiufa, non fi potè, che rifondere conJimpoflìbile; e quanto all’impre-flito, fi efcusò la negatiua con efprefiloni di itima , e di affetto, e ' con l’impedimento , chefraponeuafi à contribuir denaio contra Cefare, amico del pari. Prima però, che que' Prencipi riceueffe-ro la diporta del paffo , già fupportolì da loro , che doueffe ef-iere , qual’ella fò, la preuennero , tentando d’impedir’erti alle predette militie nemiche altroueciò , che non haueano potuto dalla Republica confèguire . Spedirono groffe truppe alla Chiufa, Cartello, che già ce nel Contado del Tirolo, efperarono trà quegli flretti acceffi, e diruppi , che andaffe loro fatto l’intento. Ma non è facile d’impedir più vie in vn folotempo. Prefo-fida quelle genti il cammino più verfo Ifpruch , indi non con-tefe penetrarono nello Stato di Bauiera, e marchiate alla volta Muchie- di Ratisbona, quiui felicemente furono à congiugnerfì con Cefa-famcìn- re’ che rtauaanfiofamenteattendendole. Già s erano amendue giLtefi ca gli eferciti raccolti in vn fol diftretto , e già poco mancaua loro , rlhdefex- per trouarfi alla fronte , e per attaccare la giornata . Tuttauolta firn!*‘ c^e ^ auuicina al pericolo, più bramandofi di non incontrarlo, mirauano li Capitani dell’vno, e l’altro à cercar più torto vantaggi, che battaglia . Quefta dilatione conferma però follmente à Carlo . Ridotte Tarmi fue in vn corpo maflìccio, enonfoggetto con tanta facilità à dileguarli, fcorgeuail tempo altrettanto gio-ueuole à lui, quanto pregiudiciale a* nemici, com porti di vari; geni;, e intereflì;e molto oramai rimprouerati da vna tormentofa fìnderefì, di efTerfì colà condotti à pugnare contra la fouranità del ii Trote- loro proprio naturai Signore . Poco anco flette à vederfenegi* fcwghu'o- effetti. Principiarono alcuni à naufearfene ; Altri àdolerfene, e fi' da quertepaflioni precipitando a’concitamene, e tumulti, prerto videfi sbandato , e miferamentc difciolto Tefercito formidabile proiettante, Chi fuggì, e chi fi humiliò all’imperatore, ed egli in tal guifa , ed in brieue tempo trionfò fopra tutti li Prencipi della Germania fenza sfoderar’vnafpada. Suanite le fiamme della guerra, come in vn baleno, e già la fta-gioneauicinatafì molto airinuerno , fe ne ritornarono le genti nccitdmi Ecclefìaftiche in Italia , e con erte ritornato infìeme il Cardinal Farnefe à Aleflandro Farnefe, Nipote del Papa, capitò con quella occafìo-UnttM' nequìàVenetia,pergoderedelIejnarauigIie,doiiefplendidamen- te