LIBRO PRIMO. - 29 I penfieri, i rancori, le difpofitioni, già fi fono dette, non per altro Luigi hauendole, come pur toccammo, fino à queit’hora fofpefe, cheperloiteifo timore dell’armi Imperiali nello Stato di Milano, e per i preueduti imminenti mali. Ora vfcito lui da quell’apprefo pericolo , ed vfcitone (non fìa fouerchio il ridirlo ) per opera ,e per merito precifo di quefta Republica, eccolo à riaffumere gli fpiriti primieri ; edeccotut- Maledirti gli altri, finalmente accompagnati feco, à porgerò vicendeuol- Palliente la mano, per prepararfi alle già meditate rifolutioni. La conchiufa predetta Triegua con Cefare, feelfe di preteilo, per aggrauarfene in gran modo con l’Ambafciatore, Antonio Con- ^oprem duImiero,che gliriliedeuaappreffo. Hauea già tolto à difendere contraMaifimiliano, e l’Arciduca Carlo, di lui pronipote, il Duca di Ghelderi. Lamentoffi, che non feruendo la triegua,che alla fola Italia, rimaneffe in tal guifa Ghelderi efpofto à diferet-tione de* nemici, e de’ pericoli ; Che ftimandociò affai più, che fe haueffe perduto Io Stato di Milano, non era per lafciarlofrà tante infidie in abbandono, e fi protetto rifoluto ('iègua tutto il peggio) di volerlo ad ogni coito, ed à tutto tranfito difèndere contrachi fi voglia. Dopoeflèrii tanto apertamente, ecoftan-temente efpreffo, fi auuide poi, che non fi confaceua quella libertà di dire co’ fuoi ancora riferbati, ereconditi penfieri. Si cambiò di itile. Si dimoftrò contentifiìmo della triegua, e per me- Mo tirando glio ancora farlo credere, fi auanzò fino à dar fperanza di con-di fabiarfi fermarla , e di fottofcriuerla . Minacciofe Comete, e torbi-?,‘ di afpetti furono queiti, che non dierono occafione di gran ma-rauiglia, fe anco la Terra in quei medefimi procinti co’ tremendi fcuotimentifenefeceintendere in vnterribile Terremoto, fuc-ceduto in Candia, che precipitò gran parte della Città ; Smoflè Tmtm. li più forti, e nobili Edifitii, e fepellì gran gente fotto quelle fu -tomcan-neitiflìmeruine. . ** Mà non diuertendofi da Prencipi, e da quei pafli, che di giorno in giorno andauanfi alle conuulfioni auanzando, comparue à Venetia improuifo , ed incognito vn’Inuiato dell’imperatore . di Cefare . Coitili priuatamente abboccoffi con Io fteffo Zaccaria Contari-ni,ch’era flato à trattare,ed à conchiudere nell’efercitola fofpen-fìone dell’arme, e ricercollo di rifferire al Gouerno. Che hanen- chg rkg^ do infinitamente goduto Ce fare della triegua, già con la Republica ca pace. decretata, efficacemente bramaua di fìabilir'anche feco vna buona, e perpetua pace. Cotnmunicò il Contarmi il difeorfo, e la richie-ila dell’ Interueniente Cefareo ai Senatori ; ma perche douea partire in que’giorni per la Città di Cremona, publico Rappre - [ani eletto fentantejfù deflinato Paolo]Pifani in fua vece,à cui confirmò l’In-fe{la*tar ter-