6oì DE’ FATTI VENETI Paolotutto il fuo potere ; infitte, pregò, eshibì;finalmente , do^ pograndi incontrate durezze» riufcigli di farlo fofpendere , almeno pera!lorascontra il Duca i fuoi rigori . In tanto la Maettà Sua,fecondo l’ampiezza dell’animo diletteuole di generofi, e vafti penfleri,concepirne vno,degno della fua Imperiai grandezza . HaueaBarbarotta fcacciato dal Regno di Tunifi il Rè Amu* leaife, e prefentatane, come già dicemmo, la Corona à Solimano. Caddeingran timore, che quell'aggiunto dominio all’impero di vn tanto Monarca,fotte per tenergli JefueRiuiere Napoletane,e Spagnuolein vna perpetua inquietudine. Pesò à gran fatto;[pensò érifoiue di portarfi egli fletto à ricuperarlo, ed oltre allo ttimolodel prò* all'tmpre- prio grand’animo allettaualo anco l'opportunità, metre era Solì-fitujafr- mano paifato inPerfìa controquelPrencipecon tremedo efercito. ** Datofi dunque à porre in ordine per vna tanta glori ofa Im prefa, vna poderofa Armata, ne refe partecipe IaRepubIica,econ quel-jQcerctn- la meritoria, e propria occafione, efficacemente ritentoìla à conili* folarlo,rinouandofecorAIIeanza. Veniua egli allora applaudi-™u£an l'a toda tutto il Mondo, accingendo/! àritrouartràle voraginidel w”?a'mare, e le fiamme della guerra, il ben comune di Chriftianità, e douendofì portar lontano, e fuori dell’Europa »conducea feco, infiemecol merito, ognigelofiade’fuoi vicini ambitiofì oggetti. Non potè il Senato,fe non aggradirne la confidenza ; lodar la magnanima rifoIutione;ed infìeme fodisfàrlo della ricercata Lega. Si che la ri- conchiufe, e rinouòtti perappuntoconforme alPaltra, che rima-»oua. fe già ttipulata in Bologna ; Si commife à Marcantonio Con-m yimo tarini > C^e gl era Ambafciatore in Corte, di fèguitarlo anche in nio Conta- Africa; e già che trattauafi di ampliar la Fede, e la Religione, te-hfcifZe nendo la Republica, come fua l’Imprefa, porle pubicamente al-tppytr* la Diuina Mifericordia Orationi,e preci per la felicità dell’euen-to. Ochealteratoilil Rè di Francia di quetta ratificata Colleganza, ordinattè à Giouanni Foretto, fuo Ambafciatore in Co-ftantinopoli, difar credere àque* principali Bafcià, che gli apparecchi, &idifègnidiCefare contragli Stati Ottomani, deriuaf-iero da efficaci infinuationi di quetta Patria;ò pur fotte,che l’Am-smicatt:- baiciatore fi muouettè à ciò da fe medefimo, certo fu,cheandonne Rinomi co^uidiffeminando per tutto Coftantinopoli il concetto. Nello tinopoh a fletto tempo l’altro Ambafciatore pur Francefe,che riiledeua qui à Venetia, non era meno follecito à procurar d’ingelofir’il Go-uerno de’ terribili preparamenti di Carlo, & adeshibirgli in aiuto le forze tutte della Chriftianifsima Corona. Ma fìcome correa gran rifchio,che malamente pullulatttroledifleminationi,fparfe alla Porta, così qui penetraua molto bene l’acutezza del Senato negli oggetti degli offici;, e deirinfiftenze della Francia. Com- pren-