4-8o DE FATTI VEN ET1 concorfala Republicaperlaparte fua, àpreporuiìn Rè quello de'fi* gli noli,che più lefofse fìatoin piacerete rttenutoper fe fte(ìaycbe quella fola pori ione, la quale fofse [lata conofeiuta conueniente al merito del (angue,e dell' oro ¡parfouif contribuito. Cosi parlò , ed attellò il Gouerno al Miniftro di Francia Lan-gej e così trasferito fi lui dopo àRoma, e rapprefentati al Papali oahe dei- concetti ilcili, gli corrifpofe la Beatitudine fua con eguali fenti-Fun/Xe menti. Partite intanto da Ciuità Vecchia le Venete con le Galee Uflor o della Chiefa,approdate, che furono nel Porto di Liuorno, quiui i;i0rA°'- accompagnnronficonaitre dodeci Francefi, chefotto la direttio-nedi Pietro Nauara,eranuiperuenute poco dianzi. Non furono que' Capitani diuerfi 5 nè dubbiofi à qualTmprefa volger prima fi doueifero . Tutti concordatili nella già deliberata di Genoua * andò l'impeto primo à fcoccar fopra Portouenere, che inconta-'pedono nente li arrefe, come anco fece la Specie, e fino à Monaco tutta la mr!T‘ia Riuiera • Diuifefi 1* Armate poi, fi portarono la Pontifìcia, eia Speciex e la Veneta à Portofino, e la Francefe trattali àSauona,eprefo furio-fsauSna. famente àcombatterla, sforzollaàcedere, & à darfì à patti. Dopo riuniteli di nuouo, ed incamminatefi in vn corpo folo verfo Genoua, eletterodi efperimentarnel’acquifto prima con l’affe-dio; per Io che fpinfero fei Galee àteifere diligentemente il mare 5 che anco impotteflàronfi di alcuni Legni, liquali andauano al-fó^Gtno Città, carichi di prouifioni. Ma non baflauano quefti impediti. ‘ menti marittimi, per condurre à tanti difagi, e penurie Genoua, che doueffe necettariamente cadere. Se patiua da quella parte marittima fcarfezza di grani, venia dalle Riuiere abbondantemente foccorfa ; nè il Doria, Generale della Chiefa fcor-rendoilMare, taceuatutto il fuo poflìbile. Così continouando l'attedio,li Genouefi lì valeano in tanto di queirinteruallo,per andare dagli affalti maggiormente attkurandofi. Fortificarono con . aiTiduità,econ fatiche eftremeit Porto; fermaronui alla bocca frUta.0’“' piùforti Vafcelli,eben fornironoil Gattello della Lanterna con grotti pezzi di artiglierie . In quetto mentre , che fi andaua quiui in tal guifa operando, e trattenendo,arriuati à Marignano ,doue per anco tratteneuafi l’efercito de’ Collegati,cinque mila Suizze-ri, dierono coraggio al Duca d’Vrbino di ritornaralllmprefa di Milano. Auanzatofi per vn folo miglio in diftàza,affine di andare dirittamente à (occorrere Francefco Sforza in Gattello, già in miferiad’ogni cofa , occupò,in andandoui la Terra di Moncia, sforSfi e’I Monte di Brianza, perbene aflìcurar le ftrade alle neceflarie *coleifici ProuiTioni ; quando foprauuenne ttranittimo accidente,che feon-/o Jàii/a-uolferouinofamenteiltutto. Si arrefea’ nemici Io Sforza, e con spagnuoii■ ftupore più grande ancor fi arrefe>mentre dopo l'offerto l’attedio per