¿58 DE’ FATTI VENETI di fi bella Imprefa; bella più, quanto, che gli iteli! nemici l’haue-uano volontariamente fporta; e moilruofiifima la perdita; poiché fece dubitar più fempre di vna fua continuata intelligenza con Barbarolfa, A CapoDucatodiquell’Ifola fiadunaronoli Generali con quel cuore, eh e fempre timido,quando cerca tra l’interef-ie, e i pericoli di racquiltar’vn bene, negligentemente fmarrito . Fuuialcuno, che difeorfe di fpignere vna fquadradi Galee all’oc-cupatione di Lepanto 5 Ma quelli ch’erano rifoluti di operare an* cora da vero , proponeano, che fi ritomalfe alla Preueia,per ten-tarui la Fortezza vn’altra volta, foltenendo , che di due benefici;, vno almeno fe ne haurebbe conseguito. Non muouendofi Barba-rolfa, per foccorrerla,fi farebbe ficuramenteefpugnata; emuoué-dofi,e tirandofi vicino, più non hauria potuto fuggire di cóbatte-re. Fù coitretto finalmente di adherireàqueito partito anche il Si^er- Doria;onde a’vent’otto di Settembre fi leuò l’Armata Chriftiana /» ia Tre- da Santa Maura, e con la itelfa ordinanza di prima, tolfe verfo la Preuefa dirittamente il camino.Conuenne però patir fubito,viaggiando,, di quel danno, che viene d’ordinario à contrapefar’il vantaggio dei legni groifi nei combattimenti. Ceffato il Vento, reità -rono immobili, così che fù necelfario, per non lafciarfeli addietro , di foggetare le Ciurme alla gran fatica del rimurchio , & à perderai del tem po alfai. Ma Barbarollà non era Capitano co sì pocoefpertodalafciarfialfediare da tutte le forze de’Collegati nel Golfo dell’Arta. Subito faputofi da lui , ches’eranoi Chri-itiani verfo colà di nuouo riuolti, fi valfe del loro necelfario tardo moto nel rimurchiar’i Vafcelli; fi tralfe fuori àbeH’agio, edà Da ioht bell’agio diltefa in due Corni l’Armata , fermò direttori del de-^r0 5 e ^ finifteo, due valentiifimi Turchi ; egli fi polè nel mez-iJiagha. zo, e Dragut, Corlale famofo, precorrendo gli altri con venti legni, trà fu ite, e Galee, batteua auanti il lentiero, moitrandofiri-ioluto d‘elfer'il primo ad attaccare la battaglia. Scopertolo ai-lontano, efcopertolo feguitato da tutta quell’Armata, fi rallegrarono il Cappello, e’1 Patriarca, vedendofiviciniàtrouarciò ch'erano andati con tant'ardenza cercando, e bramando . Fecero incontanente intendere al Doria,che non vi era più tempo,che di combattere, e di vincere . Ma in quell’iiteifo procinto, in cui lfdeiD°ò- non più doueua hauer luogo il configlio,fe non per configliar’vna ri*' codarda fuga,vol!e in ogni modo il Doria poner in confulta, fe fi doueua,ò non fi doueua combattere. La loia ragione del dubbio, ch’egli adduilè,fù il pericolo j quali, che non vi fòlle Itata occafio-ne di ponderarlo, ie non fopra il fatto, òpure, che prima di con-duruifi, hauelfe potuto credere di affrontarli fenza pericolo contro di vna potente Armata Ottomana. Per maggiormente intimorire