14é DE FATTI VENETI raccogliere, e introdurle dentro molta gente del Contado,ed affioratala tra gli altri n’hebbero gran merito, Girolamo Volpe, Domenico Almenico,Leonardo Porto,e Bartolomeo Nieuo. In tempo tale, in cui tanto fi combatteuano in Itali -r Prencipi, Seiino, il Gran Turco sfogando altrouela barbarie,auuertiua il Chriflianefimo à porfiantecipatamente al coperto. Hauea fa-tollata la rabbia contra il Rèdi Perfia. Hauealò in fiero conflit- 7mpufe ¿¡to generalmente diflrutto, e procedeua colà ancora negli acqui-ottomane. fli,e nelle glorie. Ora fmifurato Gigante , che può di lontano, ed in più luoghi agiatamente effondere le nerborute braccia, mandò in Vngheria Solimano fuo figliuolo con ottantamila Ca-Vn/heVati ualli àcalpeflar’il Paefe, & à impadronirfi di molte Città. Non figliolo, v’era bifogno di temerne i tuoni, hauendo già principiato i iì -Papt -*» 1*™™ ad incenerire. II Pontefice,prima dellVltime difo!ationi> > eceont. bramò col fuo fanto zelo di accorrerui,ben vedendo, ch’era nemico d’ogn’vnoil Turco, ech effendo tutto il Mondo Cattolico , vn corpo folo , ogni offeia in vna parte potealo crollare in tutte l’altre. Già, che bifognaua difendere la Religione , prò* curò, ch’ella fàceffe feudo à femedefìma. ImprefTe quefla maifi-manc’Popoli dell’ Vngheria. Inflituiui vna militia facra con-t tra gl'infedeli. Ordinò, che i rollati, per fèguitarne lo Stendar-\Za.rii do, portafferonell’habito vna Croce, affumendo il nome di Crociferi, e già parea che quefla pietà doueffè conferire altamente al comune aiuto , mentre ne haueano quelle genti già prefo il corfò, e già in gran copia, concorreane . Mà le grandi vn ioni fono à cbt ter guiki d’vn mare, che à qualunque foffio ondeggia. Dalla fede, che l*auea condotto coloro contra gl’infedeli, trafeorfero alcuni à fuanifet. farfi inf edeli à ie fteflì, ed à riuolger l’armi, adunate per Chriilia-nacaufa, contra l’Vnghera Nobiltà, da eflì per antico iflinto mortalmente odiata. CommofTo il Pontefice da quefle tante Chriftiane feiagure, ritornò à bramar la pace de’ Prencipi, e mandò à Venetia Pietro MidéVie- Bembo, Nobile di quefla Patria, foggetto infigne, allora Segre-tariofuo,eche poi fu affunto alla porpora Cardinalitia. Entrato iSul. * nel pieno Collegio,egli parlò molto dell’affetto di SuaBeatitudi-ne verfo la Republica ; fi eflefe fopra la conditione miferabilifTi-Efooffi- ma de’tempi; fopra la fianca Chrifiianita; egrauemente ponde-*»*• " ròlampiffimaforza Ottomana, intenta ad afTorbire benpreflo in fé flefla la poca reflante Cattolica. Finito,c’hebbe di orare fopra i generali pericoli, conchiufe allafinecon quello , che più di og'n’altra cola premea al Pontefice . Conchiufe col folo oggetto di feparare la Republica dal Rè di Francia, e vnirla con Cefare,ecoI Rè di Spagna ; onde abbandonato l amico,diuenifTe dipen-